"Voglio una foto". La richiesta della madre che fece morire Diana di stenti

Stamani l'udienza, al termine della quale il gip ha concesso 90 giorni per la perizia sul biberon e gli altri oggetti della piccola. Alessia Pifferi ha chiesto una foto della bimba da tenere in cella

"Voglio una foto". La richiesta della madre che fece morire Diana di stenti

Si torna a parlare della piccola Diana, la bimba di soli 18 mesi morta di stenti dopo essere stata abbandonata per ben 6 giorni dalla madre, Alessia Pifferi. Il gip di Milano, Fabrizio Filice, ha dato 90 giorni di tempo per svolgere la perizia sul biberon e sugli altri oggetti utilizzati dalla neonata e fornire gli elementi che verrano esaminati nel corso dell'incidente probatorio fissato per il 30 di gennaio.

Nel frattempo il legale che assiste Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, ha fatto sapere che la donna ha richiesto una fotografia della bambina. Al termine dell'udienza, infatti, l'imputata ha raggiunto il suo avvocato proprio per manifestare questo desiderio: "Mi si è avvicinata all'orecchio e mi ha sussurrato 'Voglio una foto di Diana'".

90 giorni di tempo per la perizia

Il gip Fabrizio Filice ha concesso 90 giorni per svolgere le perizie sugli oggetti della piccola Diana. In questo periodo di tempo, che precede l'udienza fissata per il prossimo 30 gennaio, saranno esaminati il biberon e il contenuto di latte residuo rimasto al suo interno, la bottiglietta d'acqua, il flaconcino di En, i pannolini della bambina, il materassino e il cuscino della culla. Solange Marchignoli e Luca D'Auria, avvocati della Pifferi, hanno infatti ottenuto un allargamento del quesito peritale.

Per consentire la perizia sugli oggetti, il giudice del foro milanese ha consentito alle autorità di accedere all'interno dell'abitazione del quartiere Ponte Lambro. Lì, lo scorso 20 luglio, è stata rinvenuta Diana, purtroppo senza vita. Non saranno effettuate, invece, le analisi dattiloscopiche sul biberon.

Alessia ha chiesto una foto di Diana

Questa mattina si è tenuta un'udienza presso il tribunale di Milano, ma l'imputata Alessia Pifferi (37 anni) non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Accusata di omicidio volontario aggravato dall'abbandono della figlia, la donna si trova attualmente detenuta dietro le sbarre del carcere di San Vittore.

Al termine dell'udienza, il gip ha concesso la perizia, incaricando un gruppo di esperti fra cui anche il genetista Giorgio Portera, noto per essersi occupato anche del caso di Yara Gambirasio.

La Pifferi ha invece espresso all'avvocato Marchignoli il desiderio di avere una foto della bambina da tenere in cella."È in difficoltà perché nella sua mente si sta schiarendo la storia. Sta cominciando ad elaborare. Comunque in qualche modo vedrà i nostri consulenti per gli esami neuroscientifici" ha dichiarato l'avvocato.

"L'incidente probatorio comincerà settimana prossima con un primo incontro tra gli esperti, mentre bisogna decidere la data dell'ingresso nell'appartamento per l'accesso ai luoghi da noi chiesto" ha

aggiunto la legale. "Il gip ha anche accolto la nostra istanza di allargare il quesito peritale agli oggetti trovati vicino al letto di Diana, in particolare il pannolino, e al materassino e al cuscino" ha concluso.

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