Aveva fatto scalpore, a ottobre, la decisione dell'assemblea condominiale di un palazzo di Genova di lasciare senz'acqua sei famiglie di migranti che si erano trasferite nello stabile.
Era il 4 ottobre quando gli inquilini e i proprietari del palazzo al civico 11 di via XX Settembre nel capoluogo ligure avevano negato con una delibera l'allaccio alla rete idrica per un appartamento di proprietà del Demanio in cui si erano appena stabiliti appunto i profughi.
Ora, racconta l'edizione genovese de La Repubblica, la prefettura ha impugnato quella delibera con un ricorso cautelare urgente da parte dell'Avvocatura dello Stato. Avvocatura che spiega che "l’approvvigionamento idrico diretto ed esclusivo per l’appartamento in questione, che in tal modo potrà rendersi indipendente dall’impianto condominiale, comporterà anche una riduzione dei costi condominiali riferiti all’utenza idrica".
Nessun aggravio dei costi, pertanto, né alcun danno estetico, poiché anche la Sovrintendenza aveva autorizzato l'allaccio, da compiersi sul retro dell'edificio e in modo quindi da arrecare il minor disturbo possibile.
Sul caso deciderà il Tribunale di Genova, che ha convocato le parti per il prossimo 23 novembre.
I residenti, per la verità, sembrano però piuttosto preoccupati: "Il giudice non ha quindi ritenuto che la questione fosse urgente – riflette l’amministratore del condominio Franco Gromi – in ogni caso, siamo preoccupati: come mai tutta questa fretta della Prefettura? Vogliono aumentare il numero dei migranti accolti?”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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