Clandestino da giugno: così l'immigrato era libero di stuprare

Il guineano era arrivato in Sicilia nel 2014, da poco maggiorenne e aveva ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari

Clandestino da giugno: così l'immigrato era libero di stuprare

Il giudice ha confermato il carcere per il 27enne accusato di violenza sessuale aggravata e lesioni ai danni di una donna ucraina, aggredita domenica mattina a Piacenza. Lo ha deciso il Gip, sciogliendo la riserva all'esito dell'udienza e dell'interrogatorio di garanzia e accogliendo quindi la richiesta della procura piacentina. La conferma da parte del giudice è arrivata dopo il riconoscimento di un quadro indiziario particolarmente grave a carico del guineano, richiedente asilo, ravvisando esigenze cautelari per rischio di inquinamento probatorio, reiterazione e pericolo di fuga. Da quanto si apprende, Sekou Souware, 27 anni, originario della Guinea, era arrivato in Italia nel 2014 sbarcando sulle coste siciliane. Trasferito a Gorizia, qui ha formalizzato la richiesta di protezione internazionale ma nel giugno scorso la Commissione asilo di Trieste aveva deciso di non riconoscerla.

La decisione è arrivata dopo 8 anni, ben prima del caso di cronaca che l'ha visto protagonista. Il 25 maggio del 2014, la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Trieste concede allo straniero il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il 28 luglio dello stesso anno, Sekou Souware richiede all'ufficio Immigrazione di Reggio Emilia il rilascio di un altro permesso di soggiorno per motivi umanitari, che poi rinnova nel 2015 e 2017. Nel 2019, il guineano chiede nuovamente il rinnovo del permesso di soggiorno senza però mai ritirarlo. Il 12 aprile scorso reitera l'istanza di protezione internazionale in questura a Reggio Emilia e contestualmente gli viene rilasciato un permesso di soggiorno come richiedente asilo che scadrà il 20 ottobre prossimo.

Nel frattempo, però, la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Trieste decide di non accordargli la protezione internazionale. Ieri la decisione della commissione è stata notificata al 27enne nella casa circondariale di Piacenza, dove il presidente del Tribunale di Piacenza, Stefano Brusati, ha convalidato la custodia cautelare, spiegando che il video del presunto stupro di Piacenza "riprende momenti cruenti della violenza". Brusati aggiunge: "La sua condotta rende del tutto verosimile che, se lasciato libero, possa contattare la parte offesa per intimidirla". L'uomo sarebbe stato "del tutto incurante anche davanti alla grida e alle invocazioni di aiuto" della vittima.

Il giudice evidenzia "l'estrema gravità dei fatti", pertanto ha deciso per la conferma della custodia in carcere. "Mi riservo di sentire l'assistito e vedere se riuscirà a fornirmi altri elementi", ha detto l'avvocato Nadia Fiorani.

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