Il presunto paziente zero è risultato negativo ai test per il coronavirus. A renderlo noto è la Regione Emilia Romagna, che ha aggiornato sulla situazione della diffusione del Covid-19 in Lombardia, dopo la scoperta dei 3 nuovi casi.
Ad essere stati contagiati sono un uomo di 38 anni, che avrebbe a sua volta trasmesso il virus alla moglie, incinta all'ottavo mese, e a un amico. Ma, il presunto soggetto diffusore dell'epidemia non ha il coronavirus: si tratta di un collega di lavoro del 38enne, che aveva cenato con lui e con cui aveva avuto diversi contatti. L'uomo, un manager della Mae, era rientrato dalla Cina il 21 gennaio, insieme al altre due persone, rimpatriate proprio a causa della situazione critica del Paese. Ma, aveva dichiarato ad AdnKronos Marco Rovellini, presidente di Mae Sps, "è sempre stato bene", aggiungendo di "non capire cosa centri il suo collaboratore con il contagio".
In effetti, l'identità del "caso limite", autore della diffusione del virus in Lombardia, è ancora incerta, dato che il principale sospettato è risultato negativo ai test. Il paziente, infatti, si trova ricoverato all'ospedale Sacco si Milano, ma "sta bene e in questo periodo non ha mai lamentato i sintomi e al momento non ha contratto il coronavirus", secondo quanto ha spiegato l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, durante una conferenza stampa a Milano.
Ma, "nonostante l'esito negativo che attesta l'assenza di infettività, secondo il principio della massima precauzione, sono in corso ulteriori ricerche per capire se può essere risultato infetto nei giorni passati". È possibile, infatti, che il virus non sia più rilevabile: "A un certo punto- spiega Gallera- il virus viene eliminato e il test potrebbe non rilevarlo più". Per questo, il materiale biologico del presunto paziente zero è stato mandato all'Istituto superiore della sanità, "per la ricerca degli anticorpi".
Intanto, dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) arriva l'allarme: destano preoccupazione, infatti, i casi di coronavirus accertati, senza che ci siano cause chiare. "Anche se il numero totale di casi di Covid-19 fuori dalla Cina resta relativamente piccolo- ha detto il presidente Tedros Adhanom Ghebreyesus- siamo preoccupati per i contagi con trasmissione locale senza chiaro legame epidemiologico, cioè senza precedenti viaggi in Cina o contatti con altri casi confermati".
L'uomo era tornato dalla Cina tra il 20 e il 21 gennaio, ma sarebbe sempre stato bene e si troverebbe ancora in salute. Il 10 febbraio, però, avrebbe avuto dei leggeri sintomi fluenzali che avrebbero fatto sorgere dei dubbi.
Intanto,
il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha disposto la quarantena obbligatoria per tutte le persone che hanno avuto contatti stretti con le persone risultate positive e la sorveglianza attiva per chi proviene dalle "aree a rischio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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