I decessi di quattro neonati agli Spedali Civili di Brescia "non sono riconducibili a una medesima causa né sono la conseguenza di un focolaio epidemico". Lo afferma lo stesso ospedale in una nota che prova a fare luce sulle morti avvenute tra il 30 dicembre e il 5 gennaio.
La direzione della struttura ha ricostruito nel dettaglio le dinamiche dei singoli casi. Tutti i bambini erano venuti alla luce prematuri (uno dei tre era nato in un'altra struttura e trasferito successivamente a Brescia per cure più specializzate). I primi tre decessi sono sotto indagine mentre il quarto non è stato preso in considerazione perché dovuto a una grave malformazione, e non dunque a uno shock settico.
La nota dell'ospedale smentisce dunque la possibilità di epidemie all'interno del reparto di Terapia intensiva neonatale. Sono comunque tre i procedimenti aperti per far luce sulla morte dei piccoli Nicole, Cristian e Marco: una avviata dalla procura di Brescia, una interna dell'ospedale e una della Regione che ha disposto una commissione.
La direzione degli Spedali Civili si è messa a disposizione dell'autorità giudiziaria e ha confermato "totale fiducia
nella professionalità e nella profonda umanità della Direzione e dell'èquipe del reparto".Nel pomeriggio è scoppiata anche una polemica con scambio di accuse tra il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e la Lega Nord della Lombardia.
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