Alla fine, dopo mesi di disordini e caos nelle città italiane, le proteste dei no vax nelle piazze sono state disinnescate delle forze dell'ordine ma i duri e puri irriducibili non sembrano essersene accorti. Lo dimostra il fatto che nelle solite chat dei no vax si continua a fare propaganda per manifestazioni "colossali" e ipotetiche marce su Roma che, probabilmente, come accaduto nelle settimane precedenti, vedranno una partecipazione risibile.
La protesta dai social no vax
La nuova stretta del governo è stata massiccia, ormai il Green pass è stato reso obbligatorio, seppure nella sua versione base, per qualunque attività che non sia la spesa o l'acquisto in farmacia. Tutti gli over 50 sono obbligati alla vaccinazione e per viaggiare su qualunque mezzo pubblico sarà necessario il Green pass rafforzato, così come per partecipare a eventi e congressi nelle fiere. La mossa del governo è orientata ad assottigliare quanto più possibile il plateau dei non vaccinati, pescando dalla fascia anagrafica statisticamente più fragile davanti al virus.
Il numero di prime dosi quotidiane continua a essere relativamente alto, segno che il giro di vite del governo ha dato i suoi primi effetti sui no vax, ma lo zoccolo duro non sembra disposto a fare un minimo passo indietro, trovando conforto anche in alcuni esponenti istituzionali. Gianluigi Paragone è uno dei riferimenti più illustri per il movimento di dissenso contro il governo. Il senatore, utilizzando sempre i soliti canali social, nelle scorse ore ha lanciato l'amo ai suoi seguaci: "Il governo Draghi ha messo in scena l'ennesimo provvedimento liberticida: secondo te che protesta bisognerebbe mettere in atto?".
Pericolo "lupi solitari"
Si torna, quindi, a parlare di proteste, alimentate anche dalla neonata Commissione Dupre - "Dubbi e precauzione", che fa capo a Carlo Freccero e Ugo Mattei. Seppur con una certa confusione, è stata organizzata una manifestazione in piazza a Torino il prossimo sabato ma le informazioni frammentarie e il caos di quelle chat stanno generando una spirale di date che contribuisce a causare caos con date diverse. È la tipica confusione delle chat no vax, lamentata dagli stessi partecipanti, che hanno da tempo perso i loro leader indotti e non hanno più la capacità di organizzazione.
Le proteste sono varie, non c'è solo la piazza della Commisione Dupre. In varie città di Italia si continuano a promuovere sit-in e tentativi di cortei ma anche idee di organizzazioni sociali parallele utopiche, che mirano a costruire una società dove non sia necessario l'impiego del Green pass. Ma, fin dagli albori delle manifestazioni no Green pass e no vax, protesta ed eversione in certi momenti sembrano aver trovato dei punti in comune, come dimostrano i messaggi che si possono leggere nelle varie chat Telegram.
Si fanno frequenti richiami agli anni di piombo, si invoca l'utilizzo delle armi e l'intervento della malavita. Ci sono minacce esplicite a politici, ministri, medici e giornalisti. Le forze dell'ordine sono in costante allerta da questo punto di vista e i servizi segreti operano in continuità per disinnescare qualunque focolaio eversivo che può diventare un concreto pericolo per la Repubblica. I lupi solitari rappresentano la vera minaccia per questo periodo storico.
In marcia verso Roma
Poi ci sono anche ideologiche camminate che mirano a raggiungere Roma con una staffetta di protesta, come quella organizzata da Paolo Sceusa, ex magistrato in servizio tra Trieste e Trento, anche lui parte di quel ristetto gruppo di guru dei no vax. L'obiettivo è di arrivare a Roma camminndo, trovando ospitalità lungo il percorso nelle case dei sostenitori. A questa sorta di marcia sta prendendo parte anche Stefano Puzzer, l'ex leader dei portuali di Trieste. A la Repubblica, Puzzer ha raccontato che nella prima tappa, che è durata circa 10 ore, sono state mille le persone coinvolte.
"Io ho la prima e la seconda dose. La terza non la faccio, però. Non sono no vax ma no Green pass", ha sottolineato Puzzer alla giornalista. Anche in questo caso le idee sono poche e al momento confuse su come portare a termine l'operazione: "Intanto siamo partiti, poi vediamo dove arriviamo. Io peraltro a Roma neanche posso andare: ho il Daspo, solo per aver messo un tavolino e una sedia".
Stefano Puzzer a la Repubblica ha ripreso il vecchio stornello, ormai stonato, della mancanza di trasparenza da parte del governo sulla gestione della pandemia ma, davanti all'obiezione della giornalista sulla realtà delle terapie intensive piene di pazienti no vax, Puzzer ha avuto un momento di tentennamento e ha cambiato obiettivo.
"Non sono un immunologo... A me interessa salvaguardare la dignità delle persone a cui la stanno togliendo, tipo i cinquantenni costretti a vivere senza lavoro e senza stipendio. Una vergogna", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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