Alessandro Pasini, indagato per la morte di Sabrina Beccalli, è stato assolto in primo grado. Per il giudice del Tribunale di Crema "non c'è prova di omicidio". Il 46enne è stato condannato a 6 anni di reclusione per aver distrutto il corpo della donna e aver dato alle fiamme l'auto con a bordo il cadavere. "Dov'è la giustizia italiana?", hanno urlato i familiari della vittima dopo la lettura della sentenza.
L'assoluzione: "Manca la prova"
"Non c'è prova di omicidio". Per il giudice del Tribunale di Crema manca la "ragionevole certezza" che Alessandro Pasini abbia ucciso, nella notte del 15 agosto 2020, Sabrina Beccalli. Il 46enne, unico indagato per il delitto, è stato condannato a sei anni di reclusione (già scarcerato) per aver appiccato l'incendio sulla Fiat Panda e distrutto il cadavere. Lo scorso 15 ottobre, il pm Lisa Saccaro aveva chiesto per l'imputato una condanna a 28 anni di reclusione. "Non può non evidenziarsi la sconcertante assenza di scrupolo di Pasini nel tentativo di garantirsi l'impunità per i delitti commessi. - aveva contestato il pm - Preme sottolineare nuovamente la fredda organizzazione dell'imputato nel compiere le condotte, sintomatica di una capacità criminale davvero fuori dal comune".
La rabbia dei familiari
Stando a quanto riferisce il Corriere.it alla lettura della sentenza c'erano anche i genitori e i fratelli di Sabrina Beccalli. "Non conta niente la vita di una donna, di una madre niente. Niente conta, niente. - avrebbe urlato Simona, la sorella della vittima -Questa è la legge italiana, vergognatevi. Un applauso a lui perché ha confessato che aveva bruciato mia sorella. Un applauso a lui! Mi vergogno di vivere in Italia, ma non mi vergogno di essere una donna. Lui sapeva quello che faceva, il finto pazzo è lui. C’è una preghiera: 'Dio, devo accettare tutto quello che io non posso cambiare'. Ma la legge italiana dovrebbe fare un passo avanti e cambiare, non è possibile una roba del genere, non è possibile: sei anni cosa sono per la vita di una persona? Noi stiamo dimostrando in Italia che tutti possiamo uccidere, tanto la legge ti lascia libero: sei anni". Su tutte le furie anche Gregorio, il fratello di Sabrina: "Vegognatevi, è una cosa schifosa".
L'avvocato di parte civile, Antonino Andronico, è di poche parole: "Sono esterrefatto" è stato il suo commento. Grande soddisfazione, invece, per i difensori del 46enne, Stefania Amato e Paolo Sperolini: "C’è una decisione che rispecchia, a nostro avviso, gli atti processuali. Non c’è altro da dire".
La ricostruzione dei fatti
I resti di Sabrina Beccalli, 39enne cremasca, furono rinvenuti in una roggia a pochi giorni dalla morte. Secondo l'accusa sarebbe stato Alessandro Pasini (al tempo suo amico) ad ucciderla. Nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2020, i due avrebbero consumato insieme mezzo grammo di cocaina a testa poi, il 46enne avrebbe ammazzato Sabrina sbattendole la testa contro un calorifero. Dopodiché sarebbe uscito di casa, attorno alle 6 del mattino, per acquistare del gasolio. Quindi si sarebbe adoperato per avvolgere il cadavere in un copriletto e caricarlo nel bagliaio della Fiat Panda in uso alla vittima. Alle ore 12 è andato a mangiare in trattoria con alcuni amici; nel tardo pomeriggio ha dato alle fiamme l'utilitaria con a bordo il cadavere nelle campagne di Vergonzaga.
La versione di Pasini
Il 46enne ha sempre sostenuto di essere estraneo all'omicidio.
Secondo la sua versione dei fatti, Sabrina sarebbe morta per overdose poi lui avrebbe provveduto a distruggere il cadavere. "Ha avuto una overdose e io sono andato nel panico", ha dichiarato nel corso di questi lunghi mesi. Oggi è giunta l'assoluzione in primo grado.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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