- ok, non resisto più. Ieri mi sono trattenuto. Ma quando stamattina ho letto il post di Enrico Mentana mi sono convinto a dirlo: l’idea dei leader sloveno, ceco e polacco di andare a Kiev per mostrare il sostegno a Zelensky è ovviamente un gesto eroico, ma pure rischiosamente sciocco. Mi spiego: la guerra non è fatta solo di droni super accessoriati e missili balistici intelligenti, ma anche di uomini. E di errori. O di follie. Ricordate Sarajevo? Ricordate Gavrilo Princip? Ecco: se un missile fosse caduto per sbaglio sul treno che portava i tre coraggiosi capi di governo in Ucraina, avete idea di cosa sarebbe successo?
- il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Luca Goretti, ci informa che i nostri Eurofighter in servizio con la Nato sono a meno di 20 miglia dal confine ucraino e “basta niente per sconfinare e trovarci in guerra”. Quindi “bisogna stare attenti”. Sia lode al generale
- il generale Battisti, in una intervista al Giornale, ci fa sapere una cosa mica di poco conto: i nostri soldati, per quanto preparatissimi, “negli ultimi anni hanno fatto di tutto tranne che i soldati”. E la cosa mette un tantino ansia
- vi leggo cosa scrive in un pezzo il Corsera su Roman Abramovich, l’oligarca che l’Occidente ha amato, coccolato e usato come bancomat per i propri giochini (il football) fino all’altro ieri. “La ministra degli esteri britannica lo ha accusato di avere le mani sporche di sangue perché le sue acciaierie servono a costruire i carri armati” usati dall’esercito russo (che è come accusare Draghi per le bombe italiane vendute in Arabia e sganciate sullo Yemen). Ma soprattutto “una giornalista inglese” aveva accusato l'oligarca “di aver comprato il Chelsea su ordine diretto di Putin”. Anvedi! Che orrore! Peccato che il magnate “aveva poi fatto causa per diffamazione e vinto”. E allora perché insinuare - di nuovo - il dubbio?
- il Pnrr ancora manco è partito e già Zaia dice che va ricontrattato. Il motivo? La guerra in Ucraina ha cambiato le priorità: inutile fare i “guard rail d’oro” se poi non hai i cereali per sfamare le bestie o l’energia per far girare le aziende. Visto che di solito il governatore veneto è uno pragmatico, io gli darei ascolto
- si fa un gran discutere per il tema di un alunno pubblicato sui social da una prof che aveva appena finito di correggerlo e di valutarlo con un tragico “1”. La professoressa poteva, anzi doveva evitare di spiattellarlo online: regolasse in classe i conti con gli studenti. Ma io mi preoccuperei per la traccia fornita alla verifica, ovvero spiegare come Messi e Ronaldo possono ispirare i giovani. Era talmente sciocca che posso quasi capire se il pargolo l’ha copiato da internet
- Confcooperative stima 184mila aziende che rischiano di finire in default e 1,4 milioni di posti di lavoro che si potrebbero perdere a causa del caro energia e della guerra in Ucraina. Dopo l’allarme tedesco di ieri, col governo che prevede “disoccupazione di massa” in caso di addio al gas di Putin, direi che la situazione si fa un tantino complicata
- tragica, dolorosa, orribile la foto pubblicata dalla Stampa in prima pagina col titolo, oggettivo, “CARNEFICINA”. Si vedono corpi per terra, dilaniati da un missile. E un anziano signore che si mette le mani in faccia. È il simbolo, perfetto, della guerra in Ucraina. Unico, piccolo dettaglio: quella foto è stata scattata a Donetsk e i morti sono filorussi che stavano ritirando i soldi al bancomat. Mosca dice che il missile fosse ucraino, Kiev l’opposto. Sono però due le certezze: 1) nessun media italiano si è occupato di quella strage; 2) per rappresentare la “carneficina” di Kiev e Mariupol forse sarebbe meglio scegliere la foto giusta. Debunker, ci siete?
- i pacifisti, guidati da quel birbantone di Casarini, ex no global e ora una sorta di no border, ha proposto di andare a Kiev "con i nostri corpi" per fare una grande marcia in piazza Maidan. I rischi per l'incolumità di tutti sarebbero enormi, l'utilità prossima allo zero. Pare tuttavia che domani la missione di Mediterranea (sì, l'Ong dei migranti) per andare a recuperare dei profughi ucraini serva anche per raccogliere informazioni e "verificare sul terreno la fattibilità della grande marcia per la pace verso Kiev". "Bisogna aprire una interlocuzione con le autorità civili e religiose, verificare con loro le condizioni di sicurezza", dice il Capo missione di Mediterranea, Beppe Caccia. Assicura Casarini: "Sarebbe una No Fly Zone dal basso".
Ma forse sarebbe meglio chiamarla grande pagliacciata- la pandemia, la guerra in Ucraina, il terremoto in Giappone. Forse è il caso di andarsi a rileggere i segreti di Fatima. Ce ne siamo perso uno?
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