La vita all'interno degli uffici cambierà radicalmente. È inevitabile: per ripartire sarà necessario adottare una serie di misure per consentire un regolare svolgimento delle attività in piena sicurezza. A partire da lunedì 27 aprile potrebbero riaprire le industrie manifatturiere, i cantieri e l'edilizia: sulla base delle classificazioni di rischio contagio hanno un rischio basso o medio-basso e potrebbero avere "priorità in un processo graduale di rimodulazione delle misure contenitive, unitamente ad una adeguata e partecipata strategia di prevenzione e organizzazione del ciclo produttivo e organizzativo anche mirata al contenimento del rischio di aggregazione correlato".
La task force guidata da Vittorio Colao nella giornata di domani dovrebbe ultimare la relazione da presentare al governo: l'ex amministratore delegato di Vodafone sta consultando da una parte il ministro della Salute Roberto Speranza, più prudente e cauto sulla ripartenza, e dall'altra il titolare del dicastero dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, che invece auspica in una riapertura graduale già dal 22 aprile. Successivamente l'esecutivo giallorosso si confronterà con il Comitato tecnico-scientifico. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte comunque ha annunciato che entro il fine settimana presenterà il piano per la fase 2.
Rivoluzione negli uffici
Il Messaggero è venuto in possesso del documento tecnico dell'Inail sui codici Ateco (clicca qui per leggerlo) in vista della riapertura in sicurezza delle attività: "In una analisi di priorità della modulazione di misure contenitive, va considerato l’impatto che la riattivazione dei settori comporta nell’aumento di occasioni di aggregazioni". Nelle 22 pagine si leggono diverse azioni che andrebbero adottate quando si ripartirà: "Dovrà essere misurata la febbre a tutti i dipendenti con il termoscanner, chi ha più di 37,5 va rimandato a casa, come quelli che hanno tosse monitorando chi è entrato in contatto col loro". E i tamponi andrebbero fatti a tutti i lavoratori prima di accedere negli uffici delle regioni rosse. L'obiettivo dovrà essere sempre quello di evitare quanto più possibile la diffusione del Coronavirus, rimodulando gli spazi, le postazioni di lavoro e l'orario di lavoro in turni: il tutto andrebbe riorganizzato "nell’ottica del distanziamento sociale utilizzando anche uffici inutilizzati, sale riunioni".
Negli ambienti dove è inevitabile la presenza di più lavoratori sarà necessario trovare soluzioni del tutto innovative "con il riposizionamento delle postazioni di lavoro adeguatamente distanziate tra loro e l’introduzione di pannelli in plexiglass". Negli spazi comuni come mense, punti di ristoro, spogliatoi e servizi igienici bisognerà prevedere "una ventilazione continua degli ambienti". Per quanto riguarda la gestione delle entrate e delle uscite dei lavoratori non solo si dovranno favorire orari scaglionati, ma anche prevedere "una porta di entrata e una di uscita dedicate".
Le riunioni in presenza non saranno consentite; l'accesso dei fornitori esterni e le attività di carico/scarico dovranno avere alla base il rispetto del metro di distanza tra le varie persone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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