Piacenza, il maresciallo Orlando non risponde al gip: "In 30 anni mai una sanzione"

L’ex comandante della stazione Levante di Piacenza, attualmente ai domiciliari, nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Posticipati gli accertamenti tecnici dei Ris

Piacenza, il maresciallo Orlando non risponde al gip: "In 30 anni mai una sanzione"

Il maresciallo Marco Orlando, comandante della stazione Levante di Piacenza finita al centro una inchiesta per un presunto "sistema criminale", nell’interrogatorio di garanzia svoltosi questa mattina davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. "In 30 anni non ho mai avuto una sanzione disciplinare, come pensate si possa stare?", ha detto il militare, apparso molto provato, ai giornalisti all'uscita dal palazzo di giustizia.

Il maresciallo, posto ai domiciliari dal gip Milani, è accusato di falso, arresto e perquisizione illegale e abuso d'ufficio. Reati, questi, che secondo l’accusa sono stati commessi in concorso con altri 5 carabinieri, tutti arrestati. Orlando dovrà anche difendersi da quanto affermato dall’appuntato Giuseppe Montella e dagli altri militari durante gli interrogati di garanzia. Secondo la loro versione, infatti, il maresciallo sarebbe stato a conoscenza delle modalità con cui avvenivano gli arresti ed era sempre informato di tutto quello che accadeva nella caserma di via Caccialupo a Piacenza.

La difesa di Orlando, al momento, preferisce attendere gli sviluppi delle indagini dei pm Antonio Colonna e Matteo Centini. "In questa fase abbiamo preferito non rispondere, valuteremo se essere sentiti più avanti", ha dichiarato il legale del maresciallo, l’avvocato Antonio Nicoli. Gli arresti domiciliari impediscono al maresciallo di rilasciare dichiarazioni ma Orlando, colpito nell’orgoglio, non riesce a trattenersi alla domanda su feste e festini a base di droga e sesso con trans e prostitute che si svolgevano nella Levante, secondo quanto riportato nelle carte dell’indagine. "Ma quali feste…", sussurra il militare.

Sempre in mattina c’è stato un sopralluogo nella caserma Levante, posta sotto sequestro, da parte del procuratore Grazia Pradella. Nei giorni scorsi gli uomini della Guardia di finanza hanno iniziato ad analizzare ordini di servizio, verbali e documenti relativi agli arresti effettuati dai militari per individuare se vi siano stati ulteriori episodi illeciti e, allo stesso tempo, per ricostruire le eventuali responsabilità. La Procura vuole esaminare tutta la documentazione per accertare se gli episodi di illegalità siano avvenuti anche prima dello scorso gennaio, mese in cui sono partite le indagini.

Per domani era previsto che nella struttura i Ris dei carabinieri svolgessero una serie di accertamenti tecnici volti a verificare la presenza di tracce biologiche, come il sangue, di persone che, secondo l’accusa, sono state picchiate dai militari che facevano capo all’appuntato Montella. Tale esame, però, è stato rinviato.

L’avvocato dell’appuntato Angelo Esposito, un altro dei carabinieri finiti in manette nell'inchiesta di Piacenza, ha ottenuto l’esecuzione di un incidente probatorio che prevede la presenza dei consulenti degli indagati. Di conseguenza, il gip dovrà avvisare tutte le parti ed aspettare dieci giorni prima di fissare l’accertamento.

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