Le analisi del Dna confermerebbero che il padre del bambino di 5 mesi dell'infermiera 35enne di Prato, accusata di atti sessuali con un 14enne, sarebbe proprio il ragazzino.
La donna aveva conusciuto la madre del ragazzo in palestra e si era offerte di fargli ripetizioni di inglese: era la primavera del 2017 e il ragazzino all'epoca aveva 13 anni e frequentava le scuole medie, particolari che aggraverebbero la posizione della donna. Infatti, i rapporti sessuali con minori di 14 anni, anche se consenzienti, sono puniti dal codice penale come violenza sessuale.
La 35enne è stata sentita oggi, per circa due ore, accompagnata in procura dal marito e dai suoi legali. Era stata lei a chiedere l'interrogatorio, per esprimere la sua versione dei fatti. A denunciare la donna, invece, erano stati i genitori del 14enne, dopo i racconti dei loro incontri, che avvenivano a casa della 35enne. Gli inquirenti avevano anche sequestrato il telefono della donna e quello del ragazzo, per analizzarne il contenuto e le conversazioni.
Era stata la 35enne, nei giorni scorsi, a consentire il prelievo del Dna del bimbo di 5 mesi, da confrontare con quello del 14enne. I legali, usciti dal tribunale, hanno fatto sapere che "l'interrogatorio è stato secretato".
In mattinata, gli avvocati dell'infermiera avevano previsto l'arrivo degli esiti del test del Dna in giornata:"I campioni del test sono stati eseguiti e i risultati ci saranno a ore. La verità dei fatti secondo noi prescinde da questo risultato ed è per questo che abbiamo chiesto che sia sentita subito dagli investigatori".
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