La procura di Trapani ha deciso di fermare i due migranti che avrebbero guidato la rivolta a bordo del Vos Thalassa. Dopo le indagini e dopo le verifiche degli inquirenti è scattato il fermo. I due erano già sotto indagine per violenza privata in concorso, adesso dovranno rispondere anche di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale aggravato e continuato.
Nell'atto di accusa della Procura di Trapani emergono chiaramente i contorni di quanto accaduto a bordo del rimorchiatore francese. "In concorso tra loro e con altre persone in numero complessivo maggiore di dieci allo stato non compiutamente identificate, usavano violenza e minaccia per opporsi al marinaio di guardia, al primo ufficiale, e al Comandante della Vos Thalassa Corneliu Dobrescu, mentre compivano un atto di ufficio e di servizio, quindi, usavano violenza e minaccia per costringere in comandante a compiere un atto contrario ai propri doveri o, Comunque, per influire su di lui". Di fatto a bordo del Thalassa, secondo quanto sostiene la Procura di Trapani ci sarebbe stata una rivolta che avrebbe messo a rischio la stessa incolumità dell'equipaggio. Infatti secondo alcune ricostruzioni, i migranti fermati, un ghanese e un sudanese, avrebbero intimato al comandante di fare rotta verso Nord per evitare un ritorno in Libia. Lo stesso comandante sentendosi in perciolo ha deciso di dare l'allarme. Da qui l'intervento della Guardia Costiera con la Diciotti e poi lo sbarco al porto di Trapani.
Cosa è successo a bordo della Vos Thalassa
Poi sempre la procura di Trapani scende nei dettagli su quanto accaduto a bordo del Vos Thalassa: "Dopo che il rimorchiatore Vos Thalassa (al cui comando vi era Corneliu Dobrescu) aveva proceduto al soccorso in area SAR Libica di 67 migranti di diversa nazionalità dandone comunicazione ad MRCC Roma che, a sua volta, interessava la Guardia Costiera Libica (competente in relazione alla zona SAR all'interno della quale era stato effettuato il soccorso) riservandosi di indicare ulteriori istruzioni e, dopo aver ricevuto direttive da parte della Guardia Costiera Libica di dirigersi verso le coste africane al fine di effettuare il trasbordo dei migranti su una motovedetta libica, gli indagati - unitamente ad altri soggetti allo stato non compiutamente identificati - dapprima accerchiavano, spintonavano, minacciavano ripetutamente di morte (mimando al contempo il gesto di tagliargli la gola e di gettarlo in mare) il marinaio di guardia al quale facevano notare che il rimorchiatore stava facendo rotta verso la Libia, quindi, reiteravano tale contegno violento e minaccioso nei riguardi del Primo Ufficiale".
La reazione di Salvini
E subito dopo l'arresto è arrivata la reazione di Salvini: "Due buone notizie.
La Procura di Trapani ha confermato l’arresto di due immigrati sbarcati ieri dalla nave Diciotti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Grazie. Dei 450 immigrati su due navi al largo delle coste italiane, Francia e Malta hanno accettato di accoglierne 50 a testa, e altri Paesi faranno lo stesso. Bene. Volere è potere, io non mollo".
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