La protesta dei taxi, quell'App che fa la differenza

L'emendamento prevedere la sospensione di una serie di disposizioni per il noleggio con conducente e per questo motivo scatta la protesta dei tassisti

La protesta dei taxi, quell'App che fa la differenza

Il decreto Milleproroghe sospende per un altro anno l'efficacia di una serie di misure che regolamentano il servizio di Ncc e Uber. Lo slittamento al 31 dicembre prossimo del termine per il decreto del Ministero dei Trasporti volto a contrastare le pratiche di servizio abusivo di taxi e di noleggio con conducente non piace ovviamente alla categoria.

Ma, a scatenare la protesta, è stato soprattutto un emendamento approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, a prima firma della senatrice del Pd Linda Lanzillotta. Questo emendamento prevede la sospensione di una serie di disposizioni che, secondo i tassisti, regolamentano il servizio di noleggio con conducente.

Queste riguardano nel dettaglio l'obbligo di ritorno nella "rimessa" perché I noleggiatori con conducente, dopo aver accompagnato il cliente, devono tornare nella rimessa (così come prevede la legge quadro del 1992). La prenotazione deve avvenire obbligatoriamente "presso la rimessa", ossia c'è il divieto di stazionamento sul suolo pubblico. La rimessa poiché la sede del vettore e la rimessa devono essere situate, esclusivamente, nel territorio del comune che ha rilasciato l'autorizzazione, che deve mettere comunque a disposizione una sede, una rimessa o un pontile di attracco.

C'è poi il problema del posteggio: le auto a noleggio con conducente non possono sostare in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni dove sia esercitato il servizio di taxi. Ciò che riguarda la "corsa" visto che l'inizio e il termine di ogni singolo servizio devono avvenire nel garage situato nel comune che ha rilasciato l'autorizzazione, con ritorno allo stesso, mentre il prelevamento e l'arrivo a destinazione dell'utente possono avvenire anche nel territorio di altri comuni.

I conducenti sono obbligati a compilare e tenere un "foglio di servizio" completo di una serie di dati tra cui il timbro dell'azienda e/o società titolare della licenza. In caso di violazione sono poi previste una serie di sanzioni tra cui la sospensione o la cancellazione della licenza. Ma la diatriba tra taxi e i Ncc risale a diverso tempo prima e si è inasprita con l'arrivo di Uber e l'introduzione dello smartphone. La società californiana ha infatti realizzato un business della possibilità di prenotare un'auto tramite app, mentre i tassisti si appellano alla legge quadro del 1992 che a loro giudizio non verrebbe rispettata e che questo porrebbe così gli Ncc in concorrenza rispetto al servizio dei taxi.

I taxi sono un servizio pubblico e hanno obblighi di garanzia del servizio offerto, tariffe regolamentate e una licenza per poter operare. Il servizio Ncc è invece un servizio a prenotazione che non ha alcun obbligo di garanzia, è soggetto alle regole del mercato e deve dotarsi di un'autorizzazione del Comune per poter esercitare. La legge quadro del 1992 disciplina l'attività esercitata da taxi e Ncc. Sono i Comuni a regolamentare l'attività dei taxi, stabilendo il numero e il tipo di veicoli da adibire al servizio, modalità e criteri per determinare le tariffe e i requisiti sia per il rilascio della licenza taxi sia per l'autorizzazione per l'esercizio di noleggio del conducente. Ma la legge prevede una delle norme cui si appellano in questa protesta i taxi: il conducente di Ncc, al momento di iniziare la prestazione, deve partire dalla propria autorimessa e farvi ritorno al termine della stessa. Misura che il Governo, nel 2015, provò ad abolire nel ddl concorrenza scatenando anche all'epoca una serie di proteste da parte dei tassisti.

Uber fornisce un servizio automobilistico privato attraverso un'app che mette in collegamento passeggeri e autisti. Fondata a San Francisco nel 2010, è ormai estesa in decine di città in tutto il mondo. Consente a chiunque di offrire un passaggio a pagamento. Ha iniziato anche ad offrire il servizio di UberPOP, attraverso il quale è possibile ottenere passaggi da privato a privato.

Nonostante il servizio sia stato bloccato dal tribunale di Milano nel 2015, ha avuto il "merito" di far emergere l'importanza del servizio offerto dallo smartphone. Al punto che molte cooperative di taxi hanno lanciato la propria App ma Uber, il cui debutto in Italia risale a tre anni fa, ha ormai preso piede tra gli utenti che ricorrono allo smartphone.

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