Papa Francesco, dopo la pubblicazione delle 18 pagine di Joseph Ratzinger sul "collasso morale" della Chiesa cattolica, si è recato a visitare il papa emerito presso il Mater Ecclesiae - era lo scorso quindici aprile - per il suo novantaduesimo compleanno, ma questo gesto, che il papa fa di consueto, non ha affatto placato le voci e le opinioni che danno i due "papi" distanti almeno sulla spiegazione da dare alla "crisi di credibilità". Quella che ha investito alcuni ambienti eccleastici, specie negli Stati Uniti, in Cile, in Francia e in Australia, con gli scandali legati agli abusi.
Gli "appunti" del teologo tedesco, insomma, avrebbero stupito chi, specie nella squadra comunicativa del Santo Padre, non si sarebbe aspettato questa nuova ridiscesa in campo da parte di un uomo - è stato sottolineato in più circostanze da certi commentatori progressisti - che aveva promesso di non esprimersi più. Più di qualche traccia di questo presunto dissapore provato in Vaticano è rintracciabile nel'analisi presentata da Sandro Magister, che ne ha scritto sul suo blog de L'Espresso . Lo stesso racconta pure di una "forte irritazione" da parte di Jorge Mario Bergoglio.
Separare - afferma spesso il pontefice argentino - è un atteggiamento proprio del diavolo. Ma in questo caso è difficile, per chi se ne occupa, non far notare come l'ex arcivescovo di Buenos Aires non abbia dato modo di comprendere quale sia la sua visione rispetto al testo ratzingeriano. Il Santo Padre, insomma, condivide o no quanto scritto dal suo predecessore? Qual è - ancora - l'origine di questo mancata presa di posizione? Forse per spiegare quello che sarebbe un vero e proprio disaccordo tra i due è utile segnalare come Bergoglio abbia ascritto il dramma degli abusi al "clericalismo", mentre Benedetto XVI ha fatto della questione soprattutto un problema di carattere storico, culturale e strutturale. Esiste, tra di loro, una differenza di vedute?
Padre Federico Lombardi - come si legge su La Voce e il Tempo - ci ha tenuto a bollare come "sbagliato" l'atteggiamento di chi interpreta le due visioni in maniera contrapposta: "Benedetto - ha aggiunto l'ex direttore de la Sala Stampa - riconosce naturalmente che Francesco deve continuare a impegnarsi con nuove riforme e sviluppi, e dice che il suo successore lo sta facendo. Benedetto non ha fatto tutto, ha aperto una buona strada e le piste più importanti".
I "due papi", per usare un'espressione impropria, sono insomma in continuità tra di loro secondo Lombardi.
Eppure il noto vaticanista Sandro Magister, che vale la pena citare testualmente, si esprime così dopo aver elencato una serie di punti: Su questo - (riferito al motivo che ha scatenato la crisi degli abusi, ndr) la divaricazione tra Francesco e Benedetto resta intatta. E dagli sviluppi imprevedibili". C'è, in poche parole, chi sembra ritenere che le acque in Vaticano possano essere agitate e chi invece pensa che nulla di strano sia accaduto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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