Una nuova tegola per la famiglia Benetton e Autostrade. Ma cominciamo dall'inizio. Solamente pochi giorni fa, i dipendenti si sono ritrovati tra le mani una lettera in cui l'azienda in cui si leggeva: "Coloro che volessero devolvere volontariamente il valore di una o più ore di lavoro a favore delle famiglie delle vittime della tragedia del ponte Morandi dovranno compilare il modulo qui riportato". C'è chi ha parlato di bufala e chi, invece, ha detto che ci si trovava davanti a un'azione volontaria di un dipendente. Ma come mai, nota oggi il direttore de La Verità Maurizio Belpietro, in calce si trovava "la firma del capo del personale dell'azienda e non quella dei rappresentanti dei lavoratori". Ma c'è di più: anche i sindacati hanno detto di non sapere nulla.
E i dettagli che fornisce la Verità più avanti gettano una nuova ombra sull'azienda: "Ricorderete certamente che dopo la strage, e dopo aver evitato di manifestare il proprio cordoglio per le vittime, Autostrade annunciò di aver creato un fondo per aiutare le famiglie in difficoltà. L' azienda comunicò che avrebbe anticipato i soldi a chi avesse perso la casa, un reddito o semplicemente l' automezzo. In pratica si trattava di uno stanziamento per i primi interventi. Lodevole iniziativa, nata forse per attenuare l' impatto delle prime fredde e formali reazioni della società". Ebbene, che c'è di male? Secondo quanto fa sapere Belpietro, "Autostrade, a chi beneficia dei soldi del suddetto fondo, fa firmare una ricevuta in cui sta scritto che il precettore non ha più nulla da pretendere.
Cioè: chi per esempio, avendo avuto l' auto sepolta sotto le macerie, si fa dare i soldi per comprarne una nuova perché ha bisogno di recarsi al lavoro, firmando il modulo di Autostrade rinuncia a ogni futuro diritto. Scoprirà di non riuscire più a dormire per la paura di vedersi sprofondare nel vuoto? Fatti suoi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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