Ratzinger rompe il silenzio. L'affondo sulla Chiesa tedesca

Joseph Ratzinger rompe il silenzio con un'intervista in Germania: "Nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa"

Ratzinger rompe il silenzio. L'affondo sulla Chiesa tedesca

Il papa emerito Joseph Ratzinger ha rotto di nuovo il silenzio. Benedetto XVI continua a calibrare i suoi interventi ma non tace, come forse più di qualcuno vorrebbe.

Il teologo tedesco ha rilasciato in queste ore un'intervista all'Herder Korrespondenz. Le anticipazioni che sono emerse raccontano di dichiarazioni tagliate per fornire indicazioni a chi, attraverso il Sinodo biennale teutonico, vorrebbe modificare parte dell'assetto dottrinale ed organizzativo della Chiesa cattolica. Ma il ritorno in campo dell'emerito può essere interpretato anche attraverso una chiave più generica. Certo è che quando Benedetto XVI sceglie la Germania per dire la sua, l'obiettivo può riguardare quello che accade in quel particolare contesto ecclesiastico.

Alla sua terra si riferiva del resto Joseph Ratzinger quando, nel maggio del 2020, segnalava tentativi di "silenziare" la sua "voce". La Conferenza episcopale tedesca sembra sempre più distante dal ratzingerismo e dalle sue istanze. Si pensi, a titolo esemplificativo, alle spinte per abolire il celibato sacerdotale, una misura contro cui il papa emerito si è espresso con chiarezza da sempre. Numerose altre battaglie portate avanti da ambienti ecclesiastici della nazione d'origine di Ratzinger contrastano con gli insegnamenti e l'impostazione dottrinale dell'ex pontefice. Ma la Germania è da tempo il teatro di un continuo confronto teologico-dottrinale, con una spiccata propensione all'apertura ed alla "rivoluzione".

Stando a quanto ripercorso da Aci Stampa, Ratzinger, in questa sua ultima intervista, si è raccomandato affinché la Chiesa cattolica si esprima per mezzo del "cuore" e dello "spirito". Questa la premessa. La riflessione centrale riguarda la necessità di "demondizzarsi", ossia l'esigenza di prendere distanze siderali dalla mondanità. "Abbracciare il mondo", al contrario, è il mantra degli ultra-progressisti che animano la dialettica ecclesiologica: un dettaglio che può aiutare a comprendere il senso delle dichiarazioni dell'ex Santo Padre.

L'ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede non ha mai pronunciato parole di fuoco nei confronti del "Concilio biennale" che i presuli tedeschi stanno svolgendo. Anzi, Benedetto XVI aveva già respinto in passato quello che aveva definito "il sospetto che io mi immischi regolarmente in pubblici dibattiti ", parlando di una "una distorsione maligna della realtà" . Tuttavia, nelle uscite pubbliche dell'ecclesiastico che si è dimesso dal soglio di Pietro, potrebbe essere percepita più di qualche preoccupazione per l'esito di quel cammino sinodale. Benedetto XVI ha poi dichiarato che "la dottrina deve svilupparsi dentro e fuori dalla fede, non starle accanto". Un'affermazione che può voler dire che il dibattito dottrinale non può ridursi a mero confronto culturale.

La critica più decisa, se c'è, è quella in cui Ratzinger scrive che "nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione". Un richiamo formale alla laicizzazione della gestione ecclesiastica, che è un altro punto del programma analizzato dal "Concilio interno" della Chiesa tedesca. Benedetto XVI ha poi posto accenti sulla "fede solo ufficiale" di coloro che hanno facoltà di scrivere i "testi ufficiali" in Germania. E questo può essere un richiamo mosso nei confronti del relativismo, che avrebbe attecchito anche dove dovrebbe essere combattuto.

Un

altro intervento inaspettato del papa emerito, dunque, mentre il tempo che separa il Sinodo Biennale dalla fine dei lavori, dunque dal raffronto che i vescovi tedeschi avranno con papa Francesco, scorre.

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