Insulti, pugni e calci conditi dalla frase "ecco quello che facciamo a quelli come te". Vittima dell'aggressione a Roma di quattro giovani naziskin, Federico. Il 21enne dopo le botte ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla polizia.
L'aggressione
"Erano in quattro, sulla trentina, avevano la testa rasata e indossavano bomber neri - racconta così a Il Messaggero -. Uno aveva un tatuaggio sulla nuca con la croce celtica. Stavo tornando a casa dal primo giorno di lavoro quando ho girato l'angolo e mi hanno puntato un coltello alla schiena. Poi mi hanno preso a calci anche quando ero a terra. Mi hanno rubato il cellulare e il portafogli. Prima di andar via mi hanno sbattuto la borsetta in faccia. Mi sembra strano che all'ora di punta nessuno si sia accorto di nulla". Dopo l'attacco Federico è stato costretto a una notte in ospedale. Sulla lettera di dimissioni: 5 giorni di prognosi. Ora gli inquirenti sono alla ricerca di qualche indizio sulle telecamere di videosorveglianza di zona.
La condanna della Raggi
"È inaccettabile quanto accaduto a Federico. Roma rifiuta la violenza. I responsabili siano assicurati alla giustizia", è il secco commento sindaca di Roma Virginia Raggi. Solidarietà che arriva anche da Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio.
Anche il Circolo di cultura omosessuale Mario Meli è intervenuto sulla questione, commentando: "Esprimiamo la totale e incondizionata solidarietà a Federico, attivista della Roboterie. Non possiamo in alcun modo abbassare la guardia, le aggressioni a chiara matrice omofoba stanno aumentando in questi ultimi tempi - ha dichiarato il presidente del Circolo, Sebastiano F. Secci -. Non deve nemmeno passare in alcun modo l'idea che atti di questo tipo in fondo possano essere tollerati o ancor peggio rientrino nella normalità di una città grande e tentacolare come Roma. Noi non ci stiamo! Per quanto ci riguarda è fondamentale l'intervento politico sulla questione: è urgente una legge contro l'omo-transfobia".
"Il pestaggio, ad opera di un gruppo di neonazisti, indica a quali conseguenze porti il lasciare spazio a derive neofasciste.
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