Ennesimo caso di violenza nei confronti di un agente di polizia penitenziaria commesso da un detenuto straniero, questa volta i fatti si sono svolti dietro le mura del carcere di Bancali a Sassari.
A denunciare l'aggressione è il delegato nazionale per la Sardegna del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) Antonio Cannas, il quale racconta di come il poliziotto ferito sia poi finito, a seguito delle lesioni riportate, direttamente al pronto soccorso dell'ospedale di Sassari.
L'episodio si è verificato verso le 13 della giornata di ieri, giovedì 28 novembre, in seguito al momento in cui si sono aperte le celle dei detenuti jihadisti, reclusi in uno specifico reparto di alta sicurezza. Negli attimi in cui si stava svolgendo il trasferimento dagli ambienti di detenzione alle salette, uno dei jihadisti si è repentinamente scagliato contro contro uno degli uomini in divisa che vigilavano su di loro. Colpito ad un occhio, il poliziotto è rimasto ferito, ed ha avuto necessità di ricorrere alle cure del pronto soccorso, mentre l'aggressore è tornato dietro le sbarre grazie anche al tempestivo intervento dei colleghi della vittima.
Restano al momento ancora ignote le cause dell'improvviso raptus di follia, a seguito del quale sono giunti messaggi di solidarietà dai sindacati del settore. "Non si conoscono i motivi dell'accaduto", denuncia il responsabile del Sappe Sardegna Antonio Cannas, come riportato da "CagliariPad". "Ma una cosa è certa: oggi in carcere non c’erano né il comandante di reparto e neppure il direttore. Ed i pochi sottufficiali era tutti impegnati nelle video conferenze del 41 bis".
Anche il segretario generale del Sappe Donato Capece ha voluto far sentire la propria vicinanza alla vittima, lanciando nel contempo un nuovo allarme relativo alle precarie condizioni in cui gli agenti si trovano quotidianamente ad operare nelle carceri italiane. "Registriamo l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di personale appartenente al corpo in servizio in Sardegna. I detenuti evidentemente, anche quelli jhaidisti e ad alta sicurezza, sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono", accusa Capece.
"Al collega contuso va la nostra vicinanza e solidarietà nonché un ringraziamento particolare per l’intervento che nonostante le conseguenze riportare ed incuranti di qualsiasi pericolo ha permesso di bloccare il detenuto violento", ha aggiunto il segretario, che poi denuncia ancora una volta. "La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione.
Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie, specie in relazione a questi pericolosi focolai di violenza alimentati da jihaidisti detenuti in Italia", ha infine concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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