Ha aspettato per lunghi 3 anni la sentenza della Corte d'appello che rendesse giustizia definitiva alla tragica morte di sua figlia ma, a poche ore dall'udienza, Pietro Guarini, papà di Astrid, la bambina di 3 anni che nel 2015 fu sbranata dal cane di famiglia, è deceduto per un infarto.
Non ha retto l'attesa, il peso di una interminabile battaglia legale ma soprattutto il dolore straziante per la perdita della sua amatissima figlioletta. Così, inaspettatamente, il suo cuore del 53enne di Latisana ha cessato di battere prima che potesse conoscere la decisione del giudice del tribunale di Trieste, incaricato alla conclusione di un tortuoso processo che ha visto contrapporsi Pietro Guarini alla ex moglie Mara Menotto e lo zio Loris Truant, di San Martino al Tagliamento (Pordenone), ritenuti dall'accusa responsabili della morte della piccola Astrid.
I fatti risalgono al 25 maggio 2015. Era un tranquillo pomeriggio a San Martino al Tagliamento, uno come tanti altri in un piccola realtà di provincia. Astrid stava giocando con la cuginetta nel giardino di casa dello zio quando il cane, un pastore tedesco di nome Cloe, le si avventò contro strattonandola per il collo fino a toglierle il respiro. La piccola cadde riversa al suolo ancora preda dell'animale. La cuginetta, in un tentativo disperato di salvarla, provo ad attirare a sé il cane porgendogli delle crocchette ma invano. Anche la mamma, accorsa all'esterno dell'abitazione per le grida, tentò di liberare la figlioletta dalla morsa letale senza però ottenere alcun risultato. Cloe mollò la presa soltanto quando rientrò il suo padrone, Truant. Ma per la bimba era già troppo tardi. Inutili furono i tentativi di rianimazione da parte del personale del 118: la piccola Astrid morì nel giro di pochi, strazianti minuti. Il cane, sequestrato e tenuto per mesi in isolamento nel canile di Villotta, è stato poi affidato a una onlus della provincia di Trento, dove ha seguito un percorso di rieducazione e reinserimento rivolto a “cani difficili”.
Dopo la morte prematura della bambina, Pietro Guarini, padre della giovanissima vittima, decise di costituirsi parte civile nel processo con l'ipotesi di omicidio colposo contro la moglie Mara Menotto e Loris Truant ritenuti responsabili del tragico accadimento. Ma nella sentenza in primo grado il giudice Rodolfo Piccin ritenne che la morte della bimba non fosse attribuibile a una mancata sorveglianza della mamma o a un’imprudenza dello zio. Tuttavia, il 53enne ritenne che la sentenza avesse "ucciso una seconda volta sua figlia" e, assistito dall'avvocato Stefano Comand, scelse di ricorrere in appello.
Venerdì mattina, il giudice della Corte d'appello di Trieste ha confermato la sentenza in primo grado per Laura Menotto e Loris Truant, assolti definitivamente in quanto "il fatto non sussiste".
Ma Pietro Guarini non ha mai partecipato all'udienza. L'uomo, infatti, è stato trovato morto nella stanza d'albergo presso cui alloggiava. A darne notizia è stato proprio il suo legale che ha confermato il decesso del 53enne, colpito da un infarto nel sonno.
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