Scheda / Rita Levi Montalcini una vita tra impegno accademico e sociale

Nata nel 1909, vince il Nobel nel 1986 e divenne senatrice a vita nel 2001. Centrotre anni dedicati alla sceinza ma anche all'impegno civile

Scheda / Rita Levi Montalcini una vita tra impegno accademico e sociale

Nata a Torino il 22 aprile 1909, Rita Levi Montalcini vinse nel 1986 il Premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. Una vita costellata di successi e di primati. La Montalcini è stata anche la prima donna a essere ammessa alla Pontifica Accademia delle Scienze. Poi l'impegno politico: nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse per i suoi meriti sociali e scientifici. E' stata socia dell'Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della Scienza.

Figlia di un ingegnere ebreo, Adamo Levi, e di una pittrice, Adele Montalcini, ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza a Torino, dove ha frequentato anche la Facoltà di Medicina laureandosi con 110 a lode nel 1936. Durante il fascismo emigrò in Belgio per tornare poi nel capoluogo piemontese dove continuò le sue ricerche neurologiche. Nel 1944 entrò nelle forze alleate come medico. Alla fine della guerra tornò a Torino dove proseguì la carriera accademica.

Nel 1947 il trasferimento negli Stati Uniti: accettò un incarico alla Washington University e negli anni successivi lavorò anche a New York e a Rio de Janeiro. Rimase Oltreoceano fino al 1977 e in tutti quegli anni continuò a lavorare per dimostrare l'esistenza del fattore di crescita nervoso, proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso nei vertebrati. Proprio grazie a questa scoperta vinse nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina. Parte del denaro fu devoluto alla comunità ebraica di Roma per la costruzione di una sinagoga. Parallelamente al lavoro negli Stati Uniti, Rita Levi Montalcini continuò a seguire diversi in progetti anche in Italia, per conto del Centro nazionale delle ricerche, dell'Istituto superiore di sanità, della Fao e di numerose società scientifiche.

Non solo vita accademica, ma anche politica. Negli anni '70 partecipò attivamente alle iniziative per la regolamentazione dell'aborto. Portò avanti anche progetti per aiutare le donne africane ad emanciparsi. Nel luglio del 1992, insieme alla sorella gemella Paola, fondò in memoria del padre Adamo Levi, la Fondazione Levi-Montalcini Onlus, con il motto "Il futuro ai giovani" per favorire l'orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni, diventata operativa nel novembre dello stesso anno. Nel corso della sua carriera, oltre al Nobel, ottenne altri importanti riconoscimenti, tra cui cinque lauree honoris causa e il Premio Max Weinstein, per i suoi contributi alla ricerca neurologica, il Premio Feltrinelli e il Premio internazionale Saint-Vincent.

Nel 2006, dopo la vittoria dell'Unione alle politiche, il suo voto fu decisivo per accordare la fiducia al governo Prodi, che sostenne fino alla caduta. Tra le molte curiosità che la riguardano c'è anche la decisione dell'Istituto nazionale di Astrofisica di dedicare l'asteoride 9722, scoperto nel 1981 proprio alla scienziata.

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