Dopo quanto accaduto ieri a Roma, dove quattro operai sono rimasti feriti negli scontri tra lavoratori delle acciaierie di Terni e polizia, questa mattina i sindacati sono arrivati a palazzo Chigi, per un incontro con il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, e con il premier Matteo Renzi.
Il presidente del Consiglio - ha spiegato Graziano Delrio alla fine dell'incontro - ha sottolineato l'importante della questione di Terni, su cui il governo è impegnato e aggiunto però di non volerla mischiare con "altre questioni o trattative come quella sul mercato del lavoro".
I sindacati hanno anche consegnato al premier 300.000 firme raccolte per chiedere lo sblocco del contratto della scuola. Torneranno il 6 novembre dal ministro dello Sviluppo economico, per un tavolo di crisi con la Ast Terni.
Nel pomeriggio il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha riferito al Senato. "È stato un brutto giorno per tutti", ha detto, esprimendo la sua solidarietà ai lavoratori e ai poliziotti feriti negli scontri. "Serve un senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive".
Il Viminale ha detto anche che da che il governo si è insediato non sono mai state date alla polizia "linee di estrema durezza sui manifestanti", nonostante si siano svolte quasi 6000 manifestazioni. Ha ricordato a chi è sceso in piazza la necessità di rispettare le regole e aggiunto che nessuno è stato denunciato per i fatti di Roma.
I gruppi parlamentari di Movimento 5 Stelle e Sel hanno annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell'Interno.
Fiom annuncia sciopero
Il comitato centrale della Fiom ha indetto 8 ore disciopero da svolgersi nel mese di novembre contro il Jobs act, con due grandi manifestazioni nazionali da svolgersi indicativamente il 14 novembre a Milano e il 21 novembre a Napoli. Decisa anche la mobilitazione, con assemblee suiluoghi di lavoro, per rispondere a quanto accaduto ieri durante la manifestazione dei lavoratori Ast a Roma.
Camusso: "È stato dato un ordine"
All'ipotesi che gli scontri di ieri a Roma siano stati una casualità, Susanna Camusso non ci crede. Il segretario generale della Cgil, in un'intervista al Fatto Quotidiano, parla di un fatto "gravissimo", chiedendo al governo una risposta chiara e aggiunge: "C'è stato un ordine esplicito" e "manifestazioni pacifiche non possono essere trattate in questo modo".
A farglielo dire quanto raccontato alla dimissione dall'ospedale da due dei quattro operai feriti negli scontri tra la polizia e i lavoratori delle acciaierie di Terni. Diversa la versione della questura, che confuta l'idea che le forze dell'ordine abbiano caricato i manifestanti, sostenendo invece che si sia trattato di una "azione di contenimento quando hanno tentato di forzare il cordone".
"Abbiamo sottovaluto che una crisi così avrebbe cambiato non solo i rapporti sociali ma anche i rapporti sul piano politico", aggiunge, giustificando così lo scontro in atto tra il sindacato che guida e il Partito Democratico.
In una seconda intervista, a Radio Anch'io, la Camusso ha chiesto all'ordine pubblico di "abbassare i manganelli", sostenendo che l'invito ad abbassare i toni Renzi: "lo deve rivolgere in casa sua, nel governo". E se sulle pagine di Repubblica attaccava il premier, "a Palazzo Chigi grazie ai poteri forti", la risposta sullo stesso quotidiano la fornisce il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio: "È stato messo lì non dal Palazzo ma dalla gente".
Zoggia: "Certe coincidenze..."
Tre colleghi del Partito Democratico hanno chiesto una smentita a Davide Zoggia, che questa mattina ha detto al Corriere della Sera che le riforme "non puoi andarle a fare a destra".
Nell'intervista ha anche citato la partecipazione del finanziere Davide Serra alla Leopolda: " Non conosco eventuali provocazioni, non c’ero... però è inevitabile pensare a certe coincidenze...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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