Scontro sul gender all'università di Torino. Nei giorni scorsi, infatti, sono apparsi alcuni adesivi contro lo "schwa" a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, e al Campus Einaudi. Gli autori del "blitz" sono gli studenti del Fuan, (Fronte Universitario di Azione Nazionale), il movimento politico universitario di destra. L'iniziativa degli studenti contro le "storpiature ideologiche in salsa gender della lingua italiana" ha generato un grande dibattito dentro e fuori le aule universitarie, provocando la dura reazione delle associazioni pro-Lgbtq e della sinistra identitaria. "È inaccettabile che all'interno di uno spazio libero e pubblico avvengano fatti di questo tipo" ha affermato dice Serena Graneri, presidentessa di Arcigay Torino. "L'università è e deve rimanere un luogo sicuro per ogni studente e ogni studentessa. Chiediamo all'Università di Torino e all'assessora Carlotta Salerno di intervenire affinché questi adesivi vengano tolti e che vengano presi provvedimenti verso i responsabili di questa azione".
Ma la discriminazione non c'entra
"L'Università di Torino si è immediatamente attivata per rimuoverli da ogni sua sede" ha replicato il rettore Stefano Geuna, che ha aggiunto, secondo quanto riportato dall'Ansa: "L'Ateneo si dissocia fermamente da un messaggio così offensivo e lesivo della dignità e dei diritti delle persone e conferma la propria condanna a ogni forma di discriminazione in ragione di condizioni personali e sociali come il genere e l'orientamento sessuale". Un dibattito a dir poco surreale, perché la "discriminazione" non c'entra proprio nulla contro lo schwa. Numerosi linguisti, fra i più importanti e autorevoli in Italia, hanno preso posizione contro il simbolo nei mesi scorsi, a cominciare da Cecilia Robustelli, collaboratrice dell'Accademia della Crusca e ordinaria di Linguistica italiana presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, la quale ha sottolineato come "l'introduzione di un simbolo estraneo alla lingua in un testo creerebbe confusione nella comunicazione". Ci sono poi accademici e filosofi come Massimo Arcangeli, linguista e scrittore, Ordinario di Linguistica italiana, Università di Cagliari, promotore di un appello che ha raccolto più di 23 mila firme, sottoscritto, fra gli altri da Intellettuali, linguisti e filosofi come Alessandro Barbero, Massimo Cacciari, Paolo Flores d'Arcais e Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca. Non esattamente dei pericolosi sovranisti.
La sinistra identitaria che preme affinché lo schwa entri nel linguaggio comune e istituzionale sostiene, nonostante il parere della stragrande maggioranza dei linguisti e degli esperti, che il genere maschile e femminile siano limitanti - e dunque offensivi - per tutte le persone che si definiscono "non binarie", ovvero chi non riconosce di appartenere al genere maschile né a quello femminile, a prescindere dalla realtà biologica. Tuttavia, come ha spiegato Massimo Arcangeli in un'intervista rilasciata al Giornale.it, "chi difende lo schwa sa benissimo che è impossibile applicarlo sistematicamente. Se lo si facesse, staremmo parlando di una lingua che non è più quella italiana". Pretendere dunque che all'università venga usato lo schwa e nessuno dica nulla, non c'entra affatto con le discriminazioni: è pura ideologia "woke" espressa da una minoranza, che con la scusa dello schwa vuole modificare la lingua italiana.
La rivendicazione degli studenti di destra
"Avete visto cosa succede quando si difende l'ovvio in università?". Gli studenti del Fuan, a seguito delle polemiche, hanno diffuso un video su Instagram per spiegare le loro ragioni. "Nei giorni scorsi abbiamo attaccato adesivi nei pressi del campus Einaudi per protestare contro le ridicole storpiature ideologiche in salsa gender della lingua italiana a cui assistiamo costantemente in università ormai da anni". Mainstream e sinistra, accusano, "sono sempre pronti a scatenare polveroni per difendere stupidaggini come lo schwa, ma non per discutere dei reali problemi quotidiani negli studenti, che non fanno lo stesso scalpore.
Per le questioni serie potete rivolgervi ai rappresentanti del Fuan". Gli studenti di destra hanno toccato con mano cosa significa mettere in discussione, con dei semplici adesivi, l'egemonia culturale della sinistra in luoghi come l'università e la scuola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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