La Corte di giustizia europea dà ragione ai precari e boccia il sistema delle supplenze utilizzato nella scuola statale italiana. "La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’ Unione", si legge in una nota della Corte di giustizia Ue di Lussemburgo pubblicata oggi. "Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato, la normativa italiana non prevede alcuna misura che limiti la durata massima totale dei contratti o il numero dei loro rinnovi, la normativa italiana non prevede alcuna misura diretta a prevenire il ricorso abusivo a una successione di contratti di lavoro a tempo determinato".
I giudici europei poi aggiungono: "Le norme europee non ammettono una normativa che, in attesa della espletamento delle procedure concorsuali dirette alla assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, autorizzi il rinnovo di contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l'espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo il risarcimento del danno subito a causa di un siffatto rinnovo".
A seguito di questa sentenza, duecentocinquantamila precari della
scuola potranno chiedere la stabilizzazione e il risarcimento per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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