Il bando del Miur sulle graduatorie per i supplenti è discriminatorio. Lo afferma, con una sentenza, il Tribunale di Milano. Il giudici rinfacciano al Ministero di tagliare fuori illegittimamente gli stranieri, impossibilitandoli a vincere una cattedra per il semplice fatto di non essere cittadini italiani.
I bandi, dunque, devono essere aperti a tutti. Come peraltro stabilisce già la legge nazionale e comunitaria. Trattandosi di concorso pubblico, il requisito base della cittadinanza italiana o comunitaria non può sussistere al fine della formulazione della graduatorie triennali di circolo e di istituto. Lo stesso vale per la clausola di priorità nell'insegnamento delle lingue straniere assegnata ai docenti italiani.
Come spiega Il Giorno, il tribunale meneghino ha accolto il ricorso di Associazione studi giuridici sull'immigrazione, Avvocati per niente onlus e Cub Sur Scuola Università Ricerca, che hanno portato in aula – fino al successo – le istanze degli insegnanti non nostrani, “inspiegabilmente” discriminati secondo le toghe.
Questo il comunicato delle associazioni: “La continua violazione da parte di molte pubbliche amministrazioni locali o nazionali delle norme sull'accesso degli stranieri al pubblico impiego è stata ripetutamente segnalata anche al Dipartimento della funzione pubblica e all'Ufficio Nazionale contro le Discriminazioni.
In questo contesto, inoltre, appare quanto mai sorprendente ma significativa la presenza nel bando della clausola che prevedeva (“inspiegabilmente” afferma il giudice, che l'ha dichiarata anch'essa illegittima) la precedenza degli italiani nelle graduatorie per le supplenze di conversazione in lingua straniera, le uniche alle quali gli stranieri erano ammessi, se pure in posizione subordinata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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