Non ci saremmo certo aspettati un posticino nella rubrica "Pietre" di Repubblica. Né un titolone di apertura. Men che meno la solidarietà di tutte le forze politiche di centrosinistra. Per carità. Però fa strano che la denuncia di un militante di FdI, insultato da una sardina in piazza, non abbia prodotto alcuna reazione da parte dei sinceri democratici. Niente di niente. Silenzio. Come se non fosse mai successo.
Brevissimo riassunto. Domenica pomeriggio, mentre le sarde emiliane si apprestano a dare il via al concertone elettorale in vista del voto di domenica, Fratelli d'Italia si raduna nella vicina piazza Nettuno per distribuire i volantini. Tra i militanti sovranisti c'è anche Francesco Nadalini, 34enne originario del Brasile. Francesco è italiano, è scuro di pelle, sarebbe il simbolo perfetto per un partito immigrazionista. Invece vota e si impegna con la destra. Mentre è al gazebo di FdI per distribuire volantini, si avvicina un uomo "che avrà avuto 45 anni" e inizia ad insultarlo. Tra le altre cose, lo chiama "negro". "Sul petto - aveva raccontato Nadalini al Giornale - aveva una sardina". Un pesciolino razzista.
Nel corso della giornata di ieri c'è venuto ilm dubbio che i vari Pd, Leu, Possibile, Italia Viva e via dicendo non avessero letto il Giornale. Oppure si fossero persi la denuncia di Francesco, sebbene in bella vista in prima pagina. Poi però anche Giorgia Meloni ha rilanciato la notizia, esprimendo piena solidarietà al militante e accusando la "vera natura intollerante" delle sarde di Santori&co. "Le esemplari sardine - ha scritto su Facebook la leader di FdI - predicano bene (nemmeno tanto) ma razzolano malissimo". Il post è stato condiviso da oltre 6mila persone e ripreso pure dalle agenzie di stampa. Dunque è (quasi) impossibile che non se ne sia accorto proprio nessuno.
Allora ci siamo detti: magari pensano che Francesco si sia inventato tutto. A parte che sarebbe un'accusa tutta da verificare, non ci sembra che in casi simili (ma con protagonisti diversi) giornali ed esponenti politici sinistri si siano posti tale problema. Facciamo giusto un esempio: ricorderete il caso dell'atleta italiana di colore colpita con un uovo lanciato da un'auto a Moncalieri. "Volevano colpire me perché ragazza di colore", disse la malcapitata Daisy Osakue. E subito scattò la caccia al Klu Klux Klan. Il Pd chiese a Salvini di riferire in Parlamento. Renzi parlò di "schifosi razzisti". Civitati arrivò addirittura a evocare "modello Alabama". Anche Enrico Mentana invitò il governo giallorosso a smetterla di "negare il clima razzista nascondendo la testa sotto la sabbia". E Rula Jebral, presto sul palco di Sanremo, uso termini come "neonazisti" e "razzialmente puri". Poi però si scoprì che il Fiat Doblò da cui partì l'uovo era già stato segnalato altre due volte da un pensionato italiano e da tre donne non di colore. Per questo le indagini avevano escluso la pista dell’odio razziale. E infatti a bordo quell’auto in realtà c'era nientepopodimenoche il figlio di un consigliere del Pd, il quale confermò di averlo fatto "solo per gioco" e che il razzismo non c'entrava nulla.
E allora viene da chiedersi: ma perché per Daisy si mobilitarono giornali e politici, mentre per Francesco no? Perché non ha ottenuto titoli in prima pagina, inchieste giornalistiche per capire (o smentire) chi lo avesse offeso? Possibile che a citare la sua storia siano stati solo pochissimi
quotidiani online? Non meriterebbe un'analisi di rilievo nazionale? Forse no, che sciocchi che siamo. Perché se a offendere un "negro" sono le buonissime sardine, alla sinistra evidentemente non importa nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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