"La mia Lidija uccisa per colpa dei giudici, vengano a vederla nella bara"

Daniele Mondello, il nuovo fidanzato di Lidija Miljkovic, la 42enne uccisa a Vicenza dall'ex, punta il dito contro i giudici che liberano il killer: "Ora vengano a vedere la bara"

"La mia Lidija uccisa per colpa dei giudici, vengano a vederla nella bara"

"Vorrei che giudici e assistenti sociali venissero al funerale di Lidia e guardassero bene quella bara". Daniele Mondello, il fidanzato di Lidija Miljkovic, la 42enne di origini serbe uccisa con sette colpi di pistola dall'ex marito, Zlatan Vasiljevic, punta il dito contro i magistrati che scarcerano il killer: "L'aveva detto che ci avrebbe uccisi tutti", racconta in un'intervista a Repubblica.

I trascorsi violenti del killer

Quando nel 2019 il gip di Vicenza firmò l'ordinanza per mandare in carcere Zlatan VasiJievic ci aveva visto lungo. Ripercorrendo tutte le brutali aggressioni e le minacce che la donna aveva incassato dal marito, il magistrato scrisse: "la presenza dimostrata dal Vasijevic, unitamente all'abuso di alcolici e alla sua incapacità o mancata volontà di controllarsi pure in presenza dei figli minori, consente di ritenere altamente verosimile il verificarsi di nuovi episodi di violenza, tanto più in ragione dell'allontanamento di lei". Ma poi il 42enne, descritto come un "abile manipolatore", era riuscito ad ottenere i domiciliari promettendo di impegnarsi in un percorso di riabilitazione sociale e personale. Per i primi tempi, Lidja aveva ricevuto l'affido esclusivo dei figli ma poi le cose erano cambiate. Anche il divieto di avvicinamento all'abitazione familiare, imposto dal giudice all'assassino circa 2 anni fa, era decaduto. "Per loro era una brava persona adesso. - si foga Daniela Mondello - E io mi dispero, sa per quale motivo? Perché finché il sistema rimane questo, le donne continueranno a essere uccise. Lidia non sarà l’ultimo". Tre settimane fa è stata emessa la sentenza di separazione: "Sa cosa stabiliva? - continua il nuovo compagno di Lidija - La cessazione dell’affido esclusivo dei figli di 13 e 16 a Lidia. Per ogni cosa bisognava mediare con il padre: scuola, tempo libero, medicine".

"Sapevano che sarebbe successo"

Col senno di poi, quella di Lidija sembra la cronaca di una morte annunciata. Lo sa bene Daniele Mondello che, oltre ad essere il fidanzato della 42enne era anche suo collega. Entrambi lavoravano per una ditta di catering del Vicentino e più volte, nel corso degli anni, l'uomo aveva raccolto gli sfoghi della vittima: "Prima di diventare compagno di Lidia, - spiega - sono anche un suo collega. Io conosco il calvario che ha passato con quell’uomo: un calvario che non è mai terminato". Nonostante Lidjia fosse tornata a vivere con i genitori, a Schio, continuava a guardarsi le spalle dall'ex: "Aveva paura, ogni volta che usciva di casa era in tensione. - racconta Mondello - Poi, però, aveva deciso di reagire. Non posso vivere nascondendomi per sempre, ripeteva. Una volta ai servizi sociali le hanno consigliato di cambiare città. Ci rendiamo conto?". Anche i figli della coppia, un ragazzo di 16 e una di 13 anni, sarebbero stati in allerta: "Sapevano che prima o poi sarebbe successo. L’aveva detto, che ci avrebbe uccisi tutti".

L'omicidio

Ieri mattina, attorno alle 9, Zlatan Vasiljevic ha raggiunto l'ex moglie nel quartiere dove, di tanto in tanto, la donna lavorava come colf presso alcune famiglie del posto. "Continuava a perseguitare lei e la sua famiglia. - dice Mondello - Conosceva i suoi posti di lavoro e ha deciso di ammazzarla lì, perché è isolato". Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo il duplice delitto, era trapelata l'indiscrezione secondo cui il killer e la vittima si sarebbero incontrati per disbrigate alcune pratiche relative al rogito della casa coniugale. "Falso, il rogito ce l’avevamo noi, alle 14.30. - chiarisce il fidanzato della 42enne uccisa - Purtroppo me l’ha ammazzata cinque ore prima. Vivevamo in una casa con due stanze ed eravamo riusciti a venderla per comprarne una più spaziosa. In questo modo anche i ragazzi avrebbero avuto la loro indipendenza. Proprio oggi (ieri) avevamo appuntamento dal notaio. La casa in cui abitava quell’individuo, ad Altavilla Vicentina, era stata messa all’asta. Lidia diceva sempre che se l’avessero cacciato definitivamente, lui avrebbe combinato qualcosa di terribile. Ed eccoci qua".

Lo sfogo

Daniele Mondello punta il dito contro i giudici che scarcerano Vasiljevic e gli assistenti sociali che lo hanno seguito mentre era ai domiciliari: "Negli ultimi mesi aveva fatto tre incidenti stradali e gli avevano ritirato la patente solo dopo l’ultimo. Però continuavano a dire che si era sistemato, che era in un percorso di riabilitazione". All'indomani del truce omicidio, il fidanzato della 42enne non si dà pace: "Il giudice Marcello Colasanto di Vicenza ha addebitato a Lidia le spese legali che Zlatan non pagava: 15 mila euro. - dice - Ovviamente, poi, lei avrebbe dovuto rivalersi su di lui. Come si chiama questo? Non significa spingere progressivamente una persona verso la morte? Eppure non mancavano i precedenti, le denunce, le segnalazioni".

Il grido d'aiuto di Lidija è rimasto inascoltato: "Nessuno ha mosso un dito per tenere distante quella persona. - conclude Mondello - Vediamo chi troverà il coraggio di guardare in faccia quei due orfani".

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