Sindaci dei Nebrodi in rivolta: "Qui per i migranti non c'è posto"

Oggi una riunione per concordare l'azione. "Noi non sapevamo dell'arrivo"

Salvatore Castrovinci, Vincenzo Lionetto Civa e Nino Musca, sindaci nei Nebrodi
Salvatore Castrovinci, Vincenzo Lionetto Civa e Nino Musca, sindaci nei Nebrodi

Barricate attorno all'albergo e 500 persone richiamate dal sindaco di Castell'Umberto, Vincenzo Lonetto Civa, per bloccare il gruppo elettrogeno e lasciare senza corrente qualche decina di migranti diretti all'hotel Canguro, nel Comune del Messinese.

È iniziata così una protesta che ora coinvolge circa 30 primi cittadini dei Nebrodi, che si schierano contro la decisione, presa a livello nazionale, di ripartire i migranti in base a quote che li disperdano sul territorio.

"Sono arrivati qua senza che nessuno ci abbia coinvolto nelle decisioni", sosteneva già ieri Civa, che parlava della necessità di "difendere" la gente del paese, facendo muro contro la prefettura e contro quella che definisce "una invasione", pur aggiungendo che "il problema non sono i migranti".

"Ieri dell'arrivo dei migranti lo sapeva la cooperativa, lo sapeva l'agenzia dei pullman che li ha portati qui, solo noi sindaci non sapevamo nulla". È questo il punto che al primo cittadino non va giù, perché già da tempo - sostiene - si era chiesto un confronto con la prefettura su come gestire l'accoglienza, che è stato negato.

La stessa prefettura che oggi dice: Ascolteremo cosa i sindaci avranno da comunicarci dopo la riunione".

Perché nell'aula consiliare di Castell'Umberto oggi i sindaci della zona cercheranno un'intesa. E intanto la richiesta è che i migranti "siano spostati al più presto" dall'albergo. Una soluzione che il prefetto Francesca Ferrandino esclude, sostenendo: "Al momento non vediamo l'esigenza di questa scelta".

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