Pare che a destra, non ci sia cultura da trecento anni, così ha pontificato Andrea Scanzi, giornalista del Fatto quotidiano, famoso per libri imprescindibili su qualunque argomento vada di moda nel salotto televisivo di Lilli Gruber, conduttrice di Otto e Mezzo su La7. Accettiamo volentieri la divertente provocazione. Scanzi potrebbe dare una occhiata agli autori di destra, per vedere se ne trova almeno un paio significativi e degni di essere letti. Per aiutarlo, riprendiamo il famoso elenco stilato dal poeta Giovanni Raboni nel 2002 sul Corriere della sera: «Nel mondo: Barrès, Benn, Bloy, Borges, Céline, Cioran, Claudel, Drieu La Rochelle, T. S. Eliot, E. M. Forster, Hamsun, Hesse, Ionesco, Jouhandeau, Jünger, Thomas Mann, Mauriac, Maurras, Montherlant, Nabokov, Pound, W. B. Yeats. In Italia: Croce, D'Annunzio, Carlo Emilio Gadda, Landolfi, Marinetti, Montale, Palazzeschi, Papini, Pirandello, Prezzolini, Tomasi di Lampedusa. Transfughi. A parte, dai nomi sopra indicati, vanno ricordati i transfughi dalla sinistra: Auden, Gide, Hemingway, Koestler, Malraux, Orwell. E in Italia: Silone, Vittorini. Perseguitati: sono i grandi perseguitati da Stalin, impossibile dire quali sarebbero state le loro convinzioni e vicende politiche se il destino li avesse fatti vivere altrove: Babel', Brodskij, Bulgakov, Cvetaeva, Mandel'stam, Pasternak, Solzenicyn». Il grande poeta era stato un po' stretto di manica, del resto il pezzo, elenco a parte, si prendeva quasi una pagina intera. Per proseguire nel gioco, si possono aggiungere, tra gli italiani, Berto, Bettiza, Buscaroli, Cattabiani, De Felice, Delfini, Del Noce, Isotta, Longanesi, Malaparte, Matteucci, Piovene, Ricossa, Romeo, Ungaretti. E gli stranieri? Sono tantissimi. Chateaubriand, De Maistre, Donoso Cortés, Finkielkraut, Friedman, Heidegger, Houellebecq, Hayek, Hoppe, Mises, Douglas Murray, Philippe Muray, Popper, Rand, Rothbard, Salamov, Scruton, Vogelin. L'elenco, come avete visto, comprende monarchici, pagani, tradizionalisti cattolici, futuristi, post fascisti, lib-lab, liberali, liberisti, libertari, conservatori, antimoderni, reazionari... Tanto è ampia la cultura di destra da includere anche autori che non sono di destra secondo il metro (sballato) utilizzato dagli intellettuali di sinistra. Tra gli italiani non sono citati i viventi, per vari motivi ma principalmente per evitare l'accusa di partigianeria: alcuni collaborano con questo giornale. Ma i nomi ci sono, da Buttafuoco a Veneziani passando per tutto le lettere che stanno in mezzo nell'ordine alfabetico. C'è anche un gruppo agguerrito di editori dalle diverse sfumature ma accomunati dall'opzione liberale, a volte conservatrice ma non necessariamente (Liberilibri, Rubbettino, Giubilei e Regnani). Facciamo un solo nome, in omaggio a Scanzi: un grande antimoderno, Massimo Fini, autore di saggi illuminanti, collaboratore del Fatto. Scanzi avrà intercettato di sicuro almeno quelli.
Certo, l'impressione generale è che gli intellettuali di sinistra (ma anche di destra e di centro) siano così impegnati a scrivere libri fondamentali (per il portafogli) da non aver avuto, negli ultimi trecento anni, il tempo di leggerne uno.
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