Una sinistra che spara

La Harris e Starmer non dicono cose di destra, ma di banale buonsenso, quel buonsenso che la sinistra italiana ha perso per strada lasciando alle destre una prateria elettorale senza limiti e confini

Una sinistra che spara
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Non Matteo Salvini e neppure il generale Vannacci, bensì Kamala Harris, candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti nonché nuovo mito delle sinistre, ha detto ieri: «Io possiedo una pistola, se qualcuno entra in casa mia gli sparo». Tre giorni fa un altro punto di riferimento dei progressisti europei, il neo premier britannico Keir Starmer, incontrando Giorgia Meloni si era detto ammirato delle politiche italiane di respingimento e contenimento dell'immigrazione clandestina. Questi due fatti dimostrano che è possibile essere di sinistra senza per questo vivere fuori dal mondo reale e adottare politiche autodistruttive per sé e pericolose per tutti.

La Harris e Starmer non dicono cose di destra, ma di banale buonsenso, quel buonsenso che la sinistra italiana ha perso per strada lasciando alle destre una prateria elettorale senza limiti e confini. Ovvio che se consegni agli avversari la bandiera di temi non solo sensibili per l'opinione pubblica ma pure concreti, come la sicurezza personale e collettiva (la difesa delle frontiere) difficilmente potrai vincere un'elezione; ovvio che se - in nome di non si capisce bene cosa - stai dalla parte dei diritti dei trafficanti di uomini, dei borseggiatori e dei ladri, poi la gente non si mette a fare la ola davanti ai seggi elettorali.

È incredibile come in tutto il mondo esista anche una sinistra che dimostra di saper ragionare sui fatti per quello che sono, mentre in Italia, da quelle parti, prevale la vecchia ideologia catto-comunista. Un'ideologia così radicata da costringere alla resa (e all'adesione) anche chi ha provato e riprovato ad estirparla (ogni riferimento a Matteo Renzi non è casuale).

Se Giorgia Meloni è diventata la prima donna premier e il centrodestra è tornato saldamente al governo, certo lo si deve alle loro capacità e alle loro idee, ma in parte determinante anche all'incapacità dei loro rivali di leggere il mondo reale.

Per fortuna del centrodestra non si intravvedono sintomi di ravvedimento, la Schlein fingerà di non aver sentito, non senza qualche imbarazzo, le parole della Harris sul diritto all'autodifesa personale e di Starmer sui respingimenti. Un bene per il governo Meloni, ma non è detto che lo sia anche per la democrazia, così condannata a perdere uno dei suoi requisiti, quello di un civile dibattito per una possibile alternanza alla guida del Paese.

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