Hanno fatto scorrere il sangue sulle foto del presidente Napolitano, del premier Enrico Letta, del ministro Lorenzin, dinnanzi alle telecamere, ai passanti e ai giornalisti. E così ora tutti sappiamo che la disperazione non ha né dignità né limiti. I malati terminali tentano tutte le strade pur di poter usare il metodo Stamina, quella cura che li allontani dall’incubo della morte. Almeno per un po’. Ieri per le vie del centro di Roma non c’era il solito corteo di operai in cassa integrazione o di disoccupati. A mandare il tilt il traffico per tre ore è stata la manifestazione dei sostenitori del metodo Stamina supportato di carrozzelle per handicap e megafoni. Malati e famiglie di disabili hanno urlato i loro slogan di fronte a Palazzo Chigi, al Senato, al Campidoglio. A decine si sono sdraiati per terra per paralizzare la circolazione e per chiedere al governo un decreto legge che autorizzi il trattamento sulle persone malate. Ad oggi, infatti, la sperimentazione sul contestato metodo a base di cellule staminali mesenchimali, messo a punto da Davide Vannoni, era stata bloccata dal ministro della Salute, dopo che il comitato tecnico di esperti lo aveva bocciato in quanto «privo di consistenza scientifica ». Ma queste conclusioni non hanno placato gli animi. E ieri qualcuno sembra aver fomentato una vera e propria ribellione collettiva. Due malati, i fratelli Biviano, da mesi in prima fila nelle proteste, hanno attuato un gesto clamoroso, togliendosi del sangue con una siringa e versandolo su alcune foto del presidente della Repubblica, di Letta, del ministro Lorenzin. Ci sono anche stati attimi di tensione quando i manifestanti hanno sfondato il cordone di sicurezza davanti a Montecitorio ma le forze dell'ordine hanno allontanato i dimostranti. «C'è rabbia, perché molte delle persone in piazza combattono ogni giorno contro la morteha detto il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni - chiedono un decreto d'urgenza e lo sblocco delle liste d'attesa a Brescia, dove da giugno è stato fatto un solo nuovo carotaggio». E questa situazione di stallo ha esasperato gli animi di persone disperate verso cui la parola d’ordine dovrebbe essere «comprensione». Dai palazzi, però, ha fatto capolino solo il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, che ha parlato con Vannoni che gli ha spiegato di sentirsi un ospite indesiderato.
«L’incontro che era stato annunciato a palazzo Chigi, tra una delegazione di malati e i rappresentanti delle istituzioni, è saltato perché non hanno voluto la mia presenza». Poi ironizza sulla provocazione degli schizzi di sangue sulle foto delle autorità: «Bastava dissanguarsi per incontrare un politico. Ma la sofferenza che hanno provato - ha aggiunto – non sarà mai pari a quello che questi malati hanno patito negli ultimi quattro mesi nell’indifferenza più totale».
Queste e altre rimostranze, Vannoni le ha riferite anche al Prefetto che a metà pomeriggio ha incontrato lui, pazienti e famiglie pro-Stamina. E anche Laura Boldrini, dall’alto scranno della Camera, sostiene che sia necessario «lanciare un segnale di attenzione e di dialogo a chi si trova in una situazione tanto delicata».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.