Sei stranieri sono finiti in manette per l'incendio appiccato nel Cpr di Torino la sera di sabato 4 gennaio. Si tratta di 6 ospiti della struttura, dei quali 5 di nazionalità marocchina e un cittadino algerino denunciati per danneggiamento aggravato.
Hanno messo a ferro e fuoco l'intero complesso di Via Brunelleschi presso cui erano stati accolti in attesa di far ritorno al paese di origine. Così gli stranieri, durante lo scorso weekend, hanno dato alle fiamme tutti gli edifici del Centro di permanenza per il rimpatrio distruggendo dormitori e locali adibiti a mensa dell'area bianca, blu, rossa e verde. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco il personale di vigilanza della Questura di Torino. Nessuna persona è rimasta ferita o intossicata dalle esalazioni di monossido di carbonio ma la stima dei danni arreccati alla struttura conta svariate migliaia di euro.
I roghi sono stati innescati a tarda sera a partire da alcuni materassi dati alle fiamme con comunissimi accendini. Dai focolai poi, le fiamme hanno divampato rapidamente su tutta la superficie fino ad avvolgere come una torcia tutte le palazzine del centro in cui erano presenti circa 100 stranieri. A capo della rivolta 5 marocchini in età compresa tra i 24 e i 42 anni e un algerino di 57 anni. Gli autori dell'incendio sono stati tutti identificati mediante le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e denunciati per danneggiamento aggravato.
Secondo le indagini svolte dalla Questura di Torino, ci sarebbe una regia comune dietro i singoli episodi di rivolta (i primi disordini hanno cominciato a registrarsi già a fine novembre). E non si esclude un nesso con altri analoghi avvenuti presso i Cpr di Caltanissetta, Trapani e Bari data“la concomitanza e le caratteristiche degli eventi”, riferisce il questore.
“Il fenomeno delle rivolte nei Centri di Rimpatrio interessa tutta la penisola – fanno sapere dalla Questura di Torino attraverso il quotidiano La Stampa – ed è verosimilmente riconducibile anche alla tipologia delle persone che li frequentano. Per quanto riguarda il Cpr di via Brunelleschi, infatti, solo il 10% dei presenti è incensurato o responsabile di reati legati alla violazione della sola normativa in tema immigrazione. Il restante 90% ha precedenti penali per reati gravissimi. In particolare, per quanto concerne I delitti contro la persona spiccano: omicidi, lesioni gravi e gravissime, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e, in alcuni casi, anche stupri di gruppo. Molti hanno precedenti per reati in tema di stupefacenti, con frequenti casi di recidiva. Altrettanto numerosi I delitti per furto, rapina, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Infine, sono stati riscontrati casi di sospetta affiliazione con organizzazioni estremiste e radicalizzate”.Le rivolte non hanno ostacolato le procedure volte al riconoscimento e al rimpatrio degli stranieri presenti nel centro che, nonostante tutto, fanno registrare “risultati incoraggianti”.
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