Franco Birolo è stato assolto in secondo grado dall'accusa di omicidio colposo perché "l'errore di valutazione e quello di esecuzione" sono stati ritenuti "scusabili". Così la Corte d'Appello di Venezia ha motivato la sentenza con cui il 13 marzo scorso è stato ribaltato il verdetto di primo grado che, il 28 gennaio 2016, aveva condannato il tabaccaio di Civè, nel Padovano, a due anni e otto mesi di reclusione, oltre al pagamento di 325mila euro alla famiglia del rapinatore moldavo a cui sparò uccidendolo.
Tutto iniziò nella notte fra il 25 e il 26 aprile 2012, quando Birolo sparò con la sua pistola ad Igor Ursu, il ladro che aveva sorpreso mentre stava scappando dalla sua tabaccheria. Aprì il fuoco, in quella notte maledetta, perché temeva che il malvivente potesse colpirlo. Secondo i giudici di primo grado "avrebbe potuto e dovuto ponderare più appropriatamente la situazione".
Ma la corte d'Appello ha ritenuto diversamente: nelle motivazioni depositate ieri si speiega che, vedendo Ursu con le braccia alzate, Birolo temette un'aggressione imminente e solo per questo premette il grilletto. Visto il contesto di "confusione, penombra, forte rumore, stress emotivo e rapida successione dei movimenti di tutti i malviventi", il suo errore è da ritenersi "scusabile".
Inoltre i magistrati
veneziani hanno ritenuto che al tabaccaio non si possa rimproverare il mancato utilizzo della pistola prima di quella notte, perché i normali cittadini vanno considerati "normalmente privi" di esperienza in questo senso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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