Terrazza Sentimento, spunta un testimone oculare

Continuano le indagini sul caso di Alberto Genovese e delle presunte violenze ad una giovane ragazza durante uno dei party nella "Terrazza Sentimento". Ora spunta un testimone oculare presente che ha deciso di parlare

Terrazza Sentimento, spunta un testimone oculare

A “Live non è la d’Urso” si torna a parlare del caso Genovese e della terrazza “Sentimento”, dove si sarebbe consumata un’efferata violenza nei confronti di una giovane ragazza che ha poi denunciato l’imprenditore milanese Alberto Genovese. Lo splendido attico e superattico nel cuore di Milano sarebbe stato il cuore di feste e party alla presenza di cibo, droghe, dj set e naturalmente bellissime ragazze. E’ comune il sentimenti di orrore verso questa vicenda, ma c’è anche chi sostiene che si sapeva benissimo quello che succedeva durante queste feste dove con l’uso di droghe si abbassava la volontà dei partecipanti, come successo per la ragazza seviziata.

Cosa è realmente successo nelle 24 ore in cui la presunta vittima è stata ostaggio di Genovese? La ricostruzione dei fatti parte dalle ore 12.OO quando inizia il party nella terrazza, ma è soltanto alle 20,30 che arriva la ragazza insieme ad un’amica. Alle 22,30 Genovese si apparta con lei in una stanza della casa protetta dalla presenza di un bodyguard ed è lì che i due comincerebbero a prendere droghe. Verso mezzanotte arriva davanti alla porta della stanza blindata l’amica con cui la ragazza era arrivata al party ma le viene bloccato l’ingresso e dopo un po’ lascia la casa. Genovese continua a far assumere droghe alla ragazza la cui volontà, secondo la ricostruzione viene fiaccata per continuare le violenze.

Alle 5 di mattina finisce il party ma non le presunte sevizie che proseguono per tutto il giorno con la ragazza costretta a prendere ancora droga ad essere legata ed abusata fino a che alle 22,30 riesce a scappare e a chiamare un’amica chiedendo aiuto e insieme vanno poi al pronto soccorso. Un’episodio gravissimo e agghiacciante ma non l’unico che è accaduto in una città come Milano dove, secondo alcune dichiarazioni, ci sarebbero moltissime feste private a settimana dove succederebbe qualsiasi cosa e ci sarebbe soprattutto la presenza di molta droga. A raccontarlo una testimone presente spesso a questi party:

Ci sono poche serate a Milano senza droga, ci sono hostess e escort, ma spesso la maggior parte delle persone cercano ragazze disposte anche a fare “altro. Queste vengono frequentate da imprenditori, politici e personaggi pieni di soldi. Io non lo conosco personalmente Genovese ma conosco ragazze che lo hanno conosciuto. Ho sentito alcune di loro che con l’alcool e il GHB (chiamata droga dello stupro ndr) si sono sentite male e sono svenute, però non conosco nessuno che va a queste feste che non abbia la volontà di fare quello che viene richiesto”.

Ma al contrario di questa presunta volontà, arriva l’audio originale di una telefonata da parte della vittima a Daniele Leale amico del cuore di Genovese e secondo molti quello che organizzava questi party: “Io non riesco più a dormire la notte-racconta la ragazza - ho paura di qualsiasi persona queso trauma è stato talmente grande da creare ferite immaginabili”, ma la risposta da parte di Daniele sembra non curarsi molto di queste “ferite” piuttosto si mostra preoccupato delle sue conseguenze.

Io sono stato licenziato -dice Leale- vengo additato come lo spacciatore ma lo sai che non è così, io non voglio entrare nel merito di quello successo tra te e Alberto, ci saranno gli inquirenti. Vorrei invece che tu facessi venire a galla la verità di chi sono io e delle belle feste che facevamo. È vero girava droga ma c’era la volontà comune di prenderla…” Ora dopo il bodyguard della scorsa settimana arriva la testimonianza di un’altro presente per tutta la festa: Diego Coral Yemen. “Era la prima volta che prestavo servizio nel party di Genovese. Sono arrivato alle 16.00 ed era tutto tranquillo, c’era gente che ballava e si spingevano giocando tra di loro. Piano piano sono arrivate una trentina di donna e otto uomini che andavano e venivano ma erano più donne che uomini. Tutte ragazze molto belle e giovane che arrivando e salutavano il pr. (L’amico di Genovese Daniele Leali ndr) e Genovese che era con lui.

Lei ha visto i vassoi di droga che giravano” chiede la d’Urso. “Non posso rispondere perchè c’è l’inchiesta, ma posso dire che le persone andavano tutte in un posto ben preciso e io passando ho visto dei vassoi pieni di polvere bianca. Il mio compito alla festa era quello di soccorrere in caso le persone si facessero male cadendo e chiudere le porte della terrazza per evitare di far sentire troppo la musica. Dovevo rimanere fino alle 22.00 ma ci hanno chiesto di rimanere un po’ di più. Ho visto Genovese fino a mezzanotte, poi non l’ho più visto e ho pensato che lui se ne fosse andato a dormire. Quando ho saputo quello che è successo ho pensato che anche io ho delle sorelle e con orrore mi sono chiesto in che posto ero andato a lavorare”.

Ma è l’ultima parte dell’audio della ragazza violentata che parla con l’amico

di Genovese che non lascia dubbi: “Come posso io difenderti dopo tutto quello che ho visto e che ho vissuto. Io mi trovo in questo momento venuta a conoscenza di cose che primo non avevo neanche la capacità di pensarle”.

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