Test sierologici, indagati per peculato i vertici San Matteo e Diasorin

La Procura della Repubblica di Pavia ha messo nel mirino i dirigenti del Policlinico San Matteo di Pavia e della Diasorin: l’accusa è di peculato. Ma il Consiglio di Stato aveva dato il via libera

Test sierologici, indagati per peculato i vertici San Matteo e Diasorin

Ipotesi di peculato. La Procura della Repubblica di Pavia ha aperto un’indagine che mette nel mirino i vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e la società Diasorin, azienda che opera nell'immunodiagnostica e nella diagnostica molecolare. Secondo gli inquirenti, infatti, i dirigenti delle due realtà si sarebbero accordate in modo illecito sui test sierologici anti coronavirus, stringendo un accordo sull'effettuazione dei suddetti esami. Una settimana fa, però, il Consiglio di Stato aveva dato il via libera all'intesa di fatto andando a ribaltare il verdetto del Tar della Lombardia che aveva dato un primo stop a San Matteo-Diasorin.

L'indagine nasce dalla denuncia presentata da una società concorrente della Diasorin. Gli inquirenti credono che la società piemontese sia stata favorita a discapito di altre realtà del settore: una di queste, appunto, ha presentato denuncia, insospettita dal fatto che la stipulazione dell'accordo sia arrivato senza che alcuna gara fosse stata indetta. A inizio giugno era arrivato lo stop del Tar, che aveva congelato l'intesa tra il San Matteo la Diasorin, parlando di "illegittimo vantaggio". A seguire, come detto, il via libera dai magistrati di Palazzo Spada, ribaltando il parere del tribunale amministrativo.

Ora, però, è arrivato il giro di perquisizioni delle forze dell'ordine: nella mattinata odierna gli inquirenti hanno disposto diverse perquisizioni domiciliari e locali nei confronti di diversi indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. Stando a quanto emerge, la Guardia di Finanza ha raggiunto la sede dell’Ircss San Matteo, la Fondazione Insubrica di Ricerca per la vita, la Diasorin Spa e la Servire Srl, per effettuare le perquisizioni.

Nell’inchiesta della Procura pavese sui test sierologici figurano indagati il presidente, il direttore generale, il direttore scientifico della Fondazione San Matteo e il responsabile del laboratorio di virologia molecolare; a loro si aggiungono i della Diasorin, come l’amministratore delegato della società piemontese Diasorin. Le Fiamme Gialle, impegnate nella raccolte dei documenti, stanno provvedendo al sequestro non solo delle carte, ma anche delle strumentazioni informatiche presso gli uffici e i laboratori sia del Policlinico San Matteo sia della Diasorin.

Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal pubblico ministero Paolo Mazza; l'ipotesi sulla quale si basa l'inchiesta è che - come riportatato da Il Fatto Quotidiano - "tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia siano stati trasferiti all’azienda piemontese favorendola a discapito di altre potenziali concorrenti nel settore dei test sierologici per la diagnosi di infezione da Covid-19". Di un altro avviso le toghe del Consiglio di Stato.

La difesa di Venturi

Il presidente del Policlinico San Matteo Alessandro Venturi non ci sta e all'Adnkronos difende la regolarità dell'accordo con la Diasorin: "È una cosa di una banalità estrema: un'azienda che ha inventato il suo dispositivo viene

a validarlo nel nostro Irccs. Ma il dispositivo è di quell'azienda, non posso metterlo a gara. Siamo noi che siamo stati contattati dall'azienda. Diasorin ha scelto il San Matteo, non abbiamo scelto noi Diasorin".

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