"Niente daspo, deve lavorare": le toghe salvano il rapper violento

Sentenza ai limiti del credibile: oggetto di un Daspo per "azioni violente", il giudice ha annullato il provvedimento per rapper Rondo da Sosa

"Niente daspo, deve lavorare": le toghe salvano il rapper violento

Ancora un episodio che conferma l'orientamento del nostro Paese e la mancanza di una giustizia che svolge il proprio lavoro. Un trapper con svariate segnalazioni per comportamenti violenti e non compatibili con la sua presenza in determinati ambienti è stato di fatto riabilitato dai giudici, che hanno bocciato i daspo emessi contro di lui. Il 20enne Mattia Barbieri, in arte Rondo da Sosa, "è un esponente di spicco della scena musicale rap/trap italiana" e "pertanto, la possibilità di accedere a discoteche, pub e luoghi di ritrovo risulta fondamentale affinché possa svolgere l'attività di cantante".

Ancora una volta, gli esponenti più violenti di una certa cultura possono farsi beffe della legge grazie a sentenze come queste, emessa dal Tar della Lombardia, per giustificare il cosiddetto "daspo urbano Willy" a carico del trapper. Una misura che gli impediva per due anni "l'accesso ad ogni locale di pubblico intrattenimento", a Milano, "e a ogni esercizio pubblico di somministrazione di alimenti e bevande, nonché la sosta nelle immediate vicinanze".

Non certo un provvedimento emesso senza motivo, visto che i fatti che portarono al daspo per Rondo da Sosa sono una diretta conseguenza dei disordini che si sono verificati davanti a una discoteca di Milano il 12 luglio 2021. Nel momento in cui gli addetti alla sicurezza impedirono al trapper di accedere al locale, Rondo da Sosa aveva chiesto aiuto a Baby Gang, nome d'arte del 20enne Zaccaria Mouhib, anche lui rapper noto alle cronache e con centinaia di migliaia di follower sui social, "che sarebbe giunto sul posto con circa 30 persone armate di bastoni, bottiglie di vetro e spranghe" e la situazione era "sfociata in azioni violente". È lo stesso Tar della Lombardia a riportare il fatto, così come registrato dalla questura di Milano che è intervenuta sul posto con gli agenti e che ha emesso il povvedimento di daspo.

Nelle note in cui si evidenziano le ragioni per il daspo, si evidenzia come Rondo da Sosa abbia un atteggiamento "di disprezzo" per le "regole del vivere civile". E lo dimostra anche un video postato sui social, in cui il trapper saliva "prima sul cofano e poi sul tettuccio" di un'auto della polizia "pronunciando frasi ingiuriose contro le istituzioni". Eppure, nonostante tutto questo, i giudici si sono inginocchiati all'arroganza di un ragazzino che si fa beffe dello Stato e dei suoi uomini, perché, a detta del Tar, "il divieto di accesso ai locali pubblici" deve essere "riferito a luoghi specificamente individuati e che siano connessi ai fatti che ne hanno giustificato l'adozione" e non si può imporre un divieto "generico", senza tenere conto delle "esigenze lavorative" del giovane che tiene concerti nei locali.

La Lega, per tramite del commissario provinciale di Milano della Lega Salvini Premier, Stefano Bolognini, critica la decisione dei giudici: "L’annullamento del daspo vanifica l’importante lavoro, anche di prevenzione, del questore e della polizia e, soprattutto, in un momento in cui, sempre più spesso, i rapper si rendono protagonisti di reati, fomenta un senso di impunità e di spregio nei confronti delle istituzioni". Quindi, Bolognini aggiunge: "Purtroppo, molti giovani esprimono il disagio sociale e la rabbia trasgredendo e commettendo reati.

Il problema è complesso e profondo e può essere superato solo con interventi sociali e vere politiche di inclusione, ma è altrettanto fondamentale il rispetto delle regole e la fermezza che le istituzioni devono avere nel condannare e sanzionare certi gesti". Il commissario conclude: "La decisione del TAR potrebbe spingere molti giovani a pensare di potere emulare Rondo da Sosa senza ricevere alcuna pena".

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