Non bastano le crisi interne a sconvolgere il nostro Paese, anche Bruxelles viene a bussare alla porta dell’Italia sventolando una sanzione pecuniaria da 25 milioni di euro. La Corte di giustizia europea ha infatti condannato l’Italia al pagamento di una maxi multa multimilionaria per il mancato adempimento delle direttive Ue in materia di trattamento delle reti fognarie e delle acque reflue. Alla cifra forfettaria di 25 milioni di euro, si aggiungono altri 30 milioni che l’Italia deve pagare a Bruxelles per ogni semestre di ritardo nell’applicazione di tale normativa. Sebbene il numero degli agglomerati non a norma si sia ridotto negli ultimi sei anni, sono ancora oltre settanta i centri urbani e i territori italiani sprovvisti di un adeguato sistema di trattamento delle reti fognarie. Un ritardo che dura da troppo tempo e costerà caro all’Italia.
Con una sentenza del 2012 Strasburgo aveva già condannato l’Italia per non essersi allineata alle disposizioni comunitarie in vigore dal 31 dicembre 2000 e relative alla gestione delle acque di scarico urbane. All’Italia erano stati concessi altri quattro anni per adeguarsi alle direttive di Bruxelles. Ma alla scadenza del termine, fissata l’11 febbraio 2016, l’Italia aveva ancora molto lavoro da fare. Per l’inadempienza e i danni recati all’ambiente e alla salute, la Commissione europea ha chiesto alla Corte un secondo ricorso chiedendo l’imposizione di sanzioni pecuniarie.
Dal 2012 ad oggi il numero delle aree italiane interessate dalla mala gestione delle acque di scarico è sceso da 109 a 74. Risultati ancora fragili che non sembrano affatto soddisfare Bruxelles. La maxi multa imposta all’Italia frutterà al bilancio Ue quasi 385 milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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