"Niente Pfizer": perché in Germania non lo danno ai minorenni

La Germania ha deciso di sconsigliare la somministrazione di Pfizer nei 12-17enni sani; Antonella Viola rassicura sulla sua sicurezza

"Niente Pfizer": perché in Germania non lo danno ai minorenni

Mentre in Italia si discute nuovamente sui limiti di età del vaccino AstraZeneca, la Germania ha deciso di sconsigliare l'uso del vaccino Pfizer "nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni senza malattie pregresse". Un brusco stop alla vaccinazione dei giovanissimi per il Paese teutonico, visto che al momento quello Pfizer è l'unico approvato dall'Ema per i soggetti con meno di 16 anni.

Come nel nostro Paese, il suo utilizzo non è vietato ma il Comitato permanente per la vaccinazione (Stiko) del Robert Koch Institute non ne raccomanda la somministrazione nei soggetti più giovani. La spiegazione di tale decisione è contenuta in un fascicolo di 30 pagine, che verrà accompagnato anche da un docmento informativo redatto come faq per i genitori e i pediatri, in modo tale da fornire tutte le indicazioni necessarie per la valutazione di ogni singolo caso.

La decisione del Stiko si basa sui dati attualmente disponibili, spiegando che negli individui sani l'utilizzo del vaccino Pfizer non è al momento raccomandato "ma è possibile dopo un consiglio medico e con volontà individuale e relativa l’accettazione del rischio". In Germania si è deciso di raccomandare la vaccinazione dei giovanissimi solamente nei soggetti con patologie o situazioni che possono contribuire a sviluppare la malattia in forma grave. Tra queste ricadono, per esempio, l'obesità, i difetti cardiaci e il diabete. Ma non solo, perché lo Stiko ha previsto che a ricevere il vaccino possano essere anche i giovani tra i 12 e i 17 anni sani che, però, "sono vicini a parenti o altre persone ad alto rischio per un grave decorso da Covid e che non possono essere vaccinati".

I dubbi del Robert Koch Institute nascono dalla scarsità di dati attualmente a disposizione dell'Ema per autorizzare la somministrazione dei vaccini nei giovanissimi. "Il numero di bambini e adolescenti vaccinati nello studio di approvazione controllato era piccolo (circa 1.000), e dall’altro il tempo medio di follow-up (1-2 mesi) era breve", hanno spiegato gli esperti tedeschi che sono giunti a questa decisione. Ma ci sono anche altri dati che hanno spinto lo Stiko a chiedere un passo indietro, in particolare per le "indicazioni dell’insorgenza di miocardite, che è stata osservata sporadicamente in giovani uomini dopo la vaccinazione con Comirnaty in alcuni Paesi".

La prudenza della Germania è stata commentata da Antonella Viola al Corriere della Sera: "I numeri sono troppo bassi per vedere effetti che si manifestano con un’incidenza di 1/100, questo è vero, ma ci si è basati anche sul fatto che questi vaccini nei ragazzi dai 16 in su sono stati già utilizzati negli Stati Uniti e in Israele e non ci sono stati problemi di salute. Una volta che il vaccino è considerato sicuro negli adulti su larghi numeri, a quel punto negli adolescenti si possono usare per gli studi di efficacia e sicurezza numeri più piccoli".

L'immunologa, quindi, pur considerando "condivisibile" l'atteggiamento tedesco, sottolinea "che il vaccino Pfizer per il momento è sicuro". La sua valutazione si basa sull'assenza casi che hanno dato adito ad allarmi per il suo utilizzo, come accaduto con AstraZeneca.

"Ci sono stati pochissimi casi di miocarditi che riguardano soprattutto giovani maschi, ma le miocarditi sono state curate con cortisone e si sono risolte dopo due giorni di ospedale", ha detto ancora Antonella Viola. La sperimentazione del vaccino Pfizer sui giovanissimi è in corso da maggio in Israele e al momento non sono segnalate criticità.

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