Vaticano, audio choc: "Dammi 10 milioni e me ne vado"

Scandalo del palazzo di Londra del Vaticano: ora spuntano gli audio choc. Il broker molisano chiese 10 milioni per uscire dalla "partita"

 Vaticano, audio choc: "Dammi 10 milioni e me ne vado"

Lo scandalo del "palazzo di Londra" continua a far parlare di sé: il Vaticano ora è chiamato a ricostruire tutta la vicenda per evitare che i particolari di quanto emerso dalla "pentola" che è stata "scoperchiata dall'interno" (così l'ha chiamata Jorge Mario Bergoglio) sfuggano alle attenzioni dei "pm" del pontefice. L'ultimo passaggio di questa storia riguarda un summit avvenuto presso l'Hotel Bulgari di Milano. Se non altro perché è venuto fuori un audio (in realtà più di uno) che sembra circoscrivere ancora meglio la questione, non senza dovizia di particolari.

I protagonisti dell'incontro sono tre: uno dei broker che la Santa Sede ha chiamato, in realtà in seconda battuta, per risolvere il "problema" del palazzo e due uomini delle "finanze vaticane". Un membro del trio è il broker Gianluigi Torzi, che per qualche tempo è finito anche in manette ed in una stanza della gendarmeria per via dello "scandalo" tra le mura leonine. C'è stato un momento in cui le cronache hanno persino raccontato di un presunto "ricatto" avvenuto al cospetto del pontefice. Poi le voci si sono un po' spente. Fatto sta che Torzi, a Milano, era insieme ad altre due persone: Fabrizio Tirabassi, che è uno dei dirigenti sospesi della segreteria di Stato della Santa Sede, ed Enrico Crasso, un altro uomo che opera in materia finanziaria all'interno dei sacri palazzi. Il tema della chiacchierata milanese dei tre, stando a quanto ripercorso da Il Corriere della Sera, è proprio quello del palazzo londinese, che è al centro dell'ultimo grande caso mediatico relativo alle "finanze vaticane" ed alla loro gestione.

Spicca quanto segue: "Tu lo sai che su questa operazione c’è tutto il mondo, sì? Ci sono i servizi vostri, i servizi inglesi... — incalza il broker molisano, ossia Torzi — questa cosa va fatta come ti dico io e nessuno si fa male, perché non è che Gianluigi è caduto dal cielo e vi ha salvato l’operazione …". Uno dei protagonisti del summit appare dunque convinto della portata dell'operazione attorno al palazzo. E sempre lo stesso aggiunge, tramite le sue parole, un presunto coinvolgimento che interesserebbe persino i servizi segreti inglesi. Viene riportata pure una considerazione espressa a voce da Tirabassi: "Tu mi hai salvato il culo — sostiene Tirabassi, il laico più alto in grado tra i gestori dei fondi della Segreteria — di fronte a un’operazione di cui... non ero responsabile de’ sape’ cose... e a differenza di tutti non ho preso niente". C'è insomma la sensazione che le "parti" stessero discutendo sul da farsi, magari su uno sblocco della vicenda. Ma non è tutto.

Papa Francesco sta combattendo un'aspra battaglia per far sì che la "trasparenza" diventi la regola in Vaticano. Per quanto questa storia della gestione dell'Obolo di San Pietro, cioè dei fondi che i fedeli destinano direttamente al pontefice per le opere di carità, si stia gonfiando parecchio in termini mediatici, con cadenze piuttosto regolare, le responsabilità non sono state ancora distribuite. Per ora ci ha in qualche modo rimesso il cardinale Angelo Becciu, che è stato privato delle facoltà che derivano dalla porpora, mentre alcuni dirigenti del "ministero degli Esteri" - come premesso - sono stati sospesi. Il cardinale sardo - vale la pena specificarlo - è stato in qualche modo accusato di peculato per presunti bonifici che non riguardano il palazzo di lusso a Londra.

Il problema essenziale di questo caso, invece, dovrebbe riguardare delle quote azionarie. Molte ricostruzioni di questi mesi vertono infatti su come il Vaticano fosse in difficoltà per via del mancato possesso totale della proprietà dell'immobile. Ma, come anticipato, tutta la storia è ancora posta sotto le lenti d'ingrandimento degli organi deputati ad indagare, quindi non è semplice provare a fotografare con esattezza quanto dibattuto: "Siamo di fronte alla possibilità che da qui all’inizio del prossimo anno sia tutto centralizzato e questo significa che perdiamo noi il controllo come Segreteria... questo non va bene nei tuoi confronti...", esclama Tirabassi ad un certo punto della conversazione.

La risposta di Torzi è stata a sua volta intercettata: "Io pensavo di gestire 3-4 anni. Dammi 10 milioni e me ne vado; dammi 8 milioni, che cazzo ti devo dire… Sì, comunque me ne vado... Se mi dai 2 milioni ti dico “mi hai ca... in mano” perché ne ho dati tre e mezzo solo a... . C’è il bonifico! Ti faccio vedere".

Il broker molisano, insomma, sarebbe stato disponibile a tirarsi fuori dalla partita, in cambio però di una richiesta che i contenuti dell'incontro al Bulgari di Milano chiarirebbero. Vedremo se e quali altri dettagli emergeranno nel corso delle prossime fasi.

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