Il Piave fa paura. L'Adige anche. Il Brenta ha esondato in Trentino con i pesci che nuotano per la strada. Il Livenza ha rotto gli argini domenica sera e il Bacchiglione rischia di esondare stanotte. Negli ultimi anni in Veneto non si era mai vista così tanta pioggia, così tanta acqua in un solo giorno. Da lunedì mattina continua a diluviare, i fiumi rischiano di straripare, i raccolti dei campi sono sott'acqua, i terreni sono allagati e le strade anche.
Venezia è una pozzanghera d'acqua a cielo aperto. Negozi e ristoranti chiusi, bambini tratti in salvo dai poliziotti e palazzi inondati d'acqua. L'acqua alta ha sfiorato il metro e 60 cm, la quarta misura di sempre. Piazza San Marco è stata chiusa, le passerelle sono arrivate fino a piazzale Santa Lucia, cosa che non avveniva da parecchi anni. Nel pomeriggio si sono registrati 156 centimetri sul medio mare e la superficie finita sott'acqua è stata del 75%. Una misura che non si registrava da dieci anni. Il centro storico si è allagato per il 70% e la circolazione dei vaporetti è stata interrotta.
Non meglio nelle province. Il Piave, che ha esondato a Ponte di Piave, nel trevigiano, nel pomeriggio di lunedì, sembra un enorme mostro gigante che si muove ogni secondo che passa sempre più, trascinando acqua fango polvere arbusti e ghiaia. La prefettura di Treviso ha disposto l'immediata chiusura del ponte provvisorio, dove oggi ha pure ceduto un pezzo di asfalto. L'allerta è massima perché già dalla giornata di domenica è stato attivato il Centro operativo comunale di Protezione civile. Nella notte tra domenica e lunedì il livello raggiunto è di sette metri all'idrometro di Ponte di Piave. Alle 10 di lunedì mattina è sceso di 3,5 metri, ma al pomeriggio è tornato a salire costringendo il Comune a far evacuare le persone residenti vicino alle golene del fiume. A Noventa di Piave è uscito dagli argini, così come a Salgareda e a Lentiai.
L'Adige mette i brividi. La piena passata per Verona sta attraversando il Polesine e la massima è prevista tra la tarda serata e la notte. A Borgo Trento nella mattinata di lunedì era tutto allagato. Ettolitri di acqua mista a fango si sono riversati in strada. A Badia Polesine, in provincia di Rovigo, l'Adige è ingrossato e lo spettacolo a cui si assiste è impressionante. La Regione Veneto per far fronte all'emergenza sta pensando assieme alle altre regioni interessate di far confluire il corso dell'Adige nel Lago di Garda passando per la galleria Mori Torbole, cosa che non avveniva da quasi vent'anni.
L'altra città con il fiato sospeso, che da sempre ha sofferto alluvioni ed esondazioni, è Vicenza. La piena del Bacchiglione è prevista per la mezzanotte di lunedì. In ansia c'è un'intera città che sorveglia ogni minimo movimento del corso d'acqua che cresce a vista d'occhio. "Le ultime previsioni della Regione - spiega il sindaco Francesco Rucco - anticipano la piena alla mezzanotte di oggi con un picco di 5,30 metri a Ponte degli Angeli". L'amministrazione comunale ha invitato i cittadini a spostare beni e veicoli dagli interrati e a evitare sottopassi e strade soggette ad allagamenti.
A Bassano, il Ponte degli Alpini, che è pure a rischio crollo, è stato chiuso già dalla giornata di domenica. Il Brenta ha superato la soglia limite di 1.55 metri ed è scattato il semaforo rosso posto all'ingresso del Ponte. In dieci minuti vigili e operai comunali hanno sgomberato il ponte e transennato i due ingressi. Il Ponte resterà chiuso fino a che il Brenta non tornerà sotto il metro e 55.
A Padova preoccupa il Brenta, e tra Piazzola, Camposampiero e Vigodarzere sono state evacuate quasi mille persone. Apprensione anche per il Bacchiglione dove è atteso il passaggio della piena nella provincia padovana. Anche a Piove di Sacco la situazione non è delle migliori, il fiume sta toccando livelli altissimi. E il governatore del Veneto, Luca Zaia, invita soprattutto i ragazzi a non avvicinarsi per riprendere o filmare i fiumi in piena.
"Siamo di fronte a un'ondata eccezionale di maltempo - ha detto Zaia - e tutto il Veneto è in allarme rosso". Una situazione che non si verificava dal 1966, le cui previsioni meteo sono addirittura peggiori di quelle del 2010 quando nel vicentino, 135 comuni finirono alluvionati. Zaia ha richiesto infatti l'attivazione della protezione civile nazionale, i cui volontari sono già all'opera da molte ore. Allertate anche tutte le unità subacquee.
Intanto gli asili e le scuole di ogni ordine e grado rimaranno chiuse anche nella giornata di martedì nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Treviso, Venezia, Rovigo e Padova.Nella tarda serata di lunedì, la comunicazione da parte della prefettura lagunare che le attivitià didattiche riprenderanno mercoledì 31 ottobre.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.