La gara di nuoto va male. È una gara internazionale: gli allenatori si aspettavano dei risultati. L'atleta che avevano preparato, un ragazzino vicentino di 11 anni non fa abbastanza, secondo il loro punto di vista, e così viene punito.
L'istruttore 52enne la sua vice, di 28 anni, obbligano l'atleta più anziana della comitiva a rasare a zero il ragazzino, disegnandogli poi una croce sulla testa, "come gli ebrei". Una sorta di punizione per un risultato che non è arrivato. Un gesto infame, denunciato a maggio scorso dai genitori del ragazzino, che hanno presentato un esposto contro i tre autori, ora indagati dalla Procura.
Inutile dire che gli allenatori si sono difesi, definendo quella di rasare i capelli in occasione delle gare un'usanza e sottolineando che la croce era soltanto un riferimento alla Svizzera - la gara si teneva a Locarno - e che dunque non c'era nulla di antisemita nel gesto.
Ma il "taglio di capelli", attuato nei confronti del piccolo nuotatore, non era una novità, se è vero che era stato minacciato più volte in precedenza.
I due allenatori, in attesa di una sentenza, sono stati sospesi dalla società di nuoto vicentina. Se quanto denunciato si dimostrasse vero, ha spiegato il responsabile "è una cosa che si allontana totalmente dai valori sportivi che professiamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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