Violante Guidotti Bentivoglio, moglie di Carlo Calenda, nell'agosto del 2017 aveva ricevuto una doppia diagnosi di leucemia e tumore al seno. Era stata curata ma, a distanza di 6-7 mesi, aveva avuto una recidiva della leucemia che l’aveva costretta a sottoporsi a un trapianto di midollo osseo. Intervistata dal Corriere, la 49enne ha affermato che se potesse avere davanti la persona che le ha donato il midollo la guarderebbe negli occhi e l’abbraccerebbe. Non potendo conoscere il suo viso e la sua voce sente di poterle essere grata solo a metà. Quella persona, come lei stessa ha ammesso, le ha salvato la vita perché aveva una leucemia mieloide acuta traslocazione genetica 8/21. Si tratta, pur nella sua gravità, di una categoria a rischio basso, che ha maggiore possibilità di guarigione.
Aveva 16 anni quando ha donato il midollo
La legge non permette di conoscere il nome dei donatori, sia per evitare richieste economiche, che per tutelare psicologicamente le due parti. La Guidotti ha però confessato che almeno una sua foto la vorrebbe avere. Si possono però scrivere e in questo modo, attraverso quelle lettere, la donna può conoscere qualche dettaglio di colui che le ha permesso di vivere. “Studia ingegneria, è uno scout, penso che sia molto credente, ha quasi vent'anni. Ne aveva sedici all'epoca del trapianto”, ha reso noto la Guidotti. Quella data, il 12 settembre 2018, è indelebile nella sua mente e ogni anno in quel giorno ripercorre quel periodo tra sé e sé, per poi stringersi alla sua famiglia, al marito e ai figli. All’epoca dei fatti Carlo Calenda era ministro ed era riuscito a dividersi tra il suo lavoro e l’essere padre di tre figli, non una cosa scontata come ha sottolineato la moglie. “Era il 29 agosto del 2017, ero al mare in Toscana, mi sentivo male. Sono andata al pronto soccorso in costume da bagno, convinta di tornare indietro subito. Sono rimasta lontana un mese e mezzo, senza nemmeno poter salutare i miei figli”, ha ricordato. Non aveva fatto il trapianto subito perché aveva seguito una cura per la leucemia, e le era stato diagnosticato anche un tumore al seno, trovato proprio mentre stava sottoponendosi a dei controlli per la leucemia. Nel gennaio del 2018 era stata quindi operata e fortunatamente l’intervento era riuscito.
"Una possibilità ogni 100mila"
Dopo qualche mese però ecco arrivare una ricaduta della leucemia. E il trapianto di midollo osseo. “Ho cercato una compatibilità con mio fratello ma c'era soltanto al 50%. Poi è stato trovato questo ragazzo giovanissimo: 100%. C'è una possibilità ogni 100mila che questo succeda. La mia anima gemella. Aveva l'età che ha mio figlio adesso”, ha spiegato. I figli sono stati informati e preparati alla malattia della loro mamma, che veniva solo chiamata 8/21, non leucemia. I genitori hanno cercato di far pesare ai figli il meno possibile. Le era stato detto che per molti mesi non avrebbe potuto abbracciare i suoi ragazzi, ma in questo ha trasgredito. Sembra serena adesso, ma come lei stessa ha tenuto a dire non si tratta di serenità, è solo il passare del tempo che aiuta.
Il fatto che parli del male che ha avuto è perché è convinta che sia importante farlo e che non ci si debba vergognare. Dopo quanto accaduto ha deciso che avrebbe ridato agli altri attraverso il volontariato “in un'associazione che si chiama Susan G. Komen Italia. È un'associazione che si occupa di prevenzione di tumori al seno. Per la leucemia purtroppo la prevenzione non si può fare. Mentre il tumore al seno che colpisce una donna ogni 9, si può prevenire”.
La Guidotti ha trascinato nell'associazione tutti quelli che avrebbe potuto coinvolgere negli eventi per la raccolta fondi. Entrata come volontaria, ha poi fatto parte del consiglio direttivo e da gennaio è diventata direttore generale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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