Zone rosse e Regioni chiuse: l'autunno dei "mini lockdown"

Torna lo spettro della serrata. Sul tavolo di Conte l'ipotesi di nuove zone rosse. E Boccia: "Chiusure regionali? Non escludiamo nulla"

Zone rosse e Regioni chiuse: l'autunno dei "mini lockdown"

Lockdown, nuove zone rosse e chiusure selettive. La pandemia di coronavirus continua a fare paura – nella giornata di ieri in Italia si sono registrati 4458 contagi e 22 decessi – e torna così lo spettro di una nuova serrata.

Con il Dpcm entrato in vigore giovedì 8 ottobre il governo ha reintrodotto l’obbligo di indossare sempre e comunque la mascherina anche all’aperto. Uniche eccezioni alla norma, l’attività sportiva e se ci si trova da soli in luogo appunto isolato. Fra una manciata di giorni, il 15 ottobre, è atteso il nuovo decreto ministeriale che dovrebbe operare un’ulteriore stretta con l’obiettivo di evitare l’incubo del lockdown.

In attesa di conoscere il contenuto del provvedimento filtrano indiscrezioni e i rumors parlano di possibili limitazioni ai locali e alle palestre, oltre che nuove regole per gli eventi pubblici e ingressi scaglionati a lavoro, per scongiurare un congestionamento dei mezzi di trasporto pubblico. Le immagini della (sovraffollata) metropolitana di Milano di questi giorni, purtroppo, le abbiamo viste tutti.

Non solo. Come già raccontato da ilGiornale.it, il Comitato Tecnico Scientifico che in questi mesi sta affiancando l’esecutivo giallorosso nella gestione dell’emergenza sanitaria è tornato a parlare di "zone rosse" per delimitare il più possibile la circolazione del Sars-CoV-2 e sventare lo scenario peggiore rappresentato da un secondo lockdown nazionale, continuamente smentito dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per questa ragione, allora, si sta lavorando sull’istituzione dei cosiddetti lockdown locali. Latina ne è un esempio, visto che la città del Lazio – vittima di una preoccupante impennata di casi positivi al Covid – rimarrà sigillata per quattordici giorni.

La situazione è delicata e se da un lato sembra esserci l’intenzione di un giro di vite uguale per tutte le venti regioni dello Stivale, dall’altro c’è la volontà di prevedere interventi differenziati a seconda dei territori. In tutto questo, in mattinata ha parlato il ministro per gli Affari regionali, dicendo che "nulla si può escludere". "Le limitazioni di spostamento tra le regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c'è una spia che si accende bisogna intervenire", le parole di Francesco Boccia, ospite a Radio Capital.

Il ministro dem,

infine, ha così concluso:"La risalita dei contagi era prevedibile. Le terapie intensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quelli di aprile, anche se il virus c'è e bisogna conviverci. Come governo non fissiamo nessuna asticella".

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