C’è del buono nel parco di Monza
Il Saint Georges Premier si propone come una villeggiatura gastronomica a pochi chilometri da Milano. Un luogo affascinante e borghese con la consulenza in cucina dell’ex stellato Roberto Conti, che con l’aiuto dell’executive chef Davide Marcelli propone un menu elegante che non disdegna la tradizione (come nel Risotto allo Champagne) ma la rende più contemporanea
Ci sono pochi ristoranti in Lombardia così incantati come il Saint Georges Premier, a cui si accede avanzando solennemente nei silenziosi viali del parco di Monza. Un luogo che conserva un grande fascino e che consente ai monzesi (ma anche ai milanesi) di ritagliarsi una serata (o un pranzo) sentendosi se non in vacanza quanto meno in “ritiro”.
Un luogo all’antica, dove respirare a pieni polmoni, dimenticare la mancanza di parcheggio e dove godere di una proposta gastronomica classica ma che non ignora gli standard di eleganza e cura tipici dell’alta cucina borghese. Qui l’atmosfera è rarefatta, ogni tavolo è perfettamente apparecchiato, il servizio è un po’ vecchio stile ma senza compassati languori. Un posto che io chiamerei a deporre nel processo al fine dining imbastito da certa stampa e anche da certa clientela come testimone della difesa. Non perché qui si adottino appieno i codici dell’alta cucina, ma perché se ne acquisiscono i lati migliori (la stagionalità, la propensione alla qualità, la cura del dettaglio) accantonandone quelli che hanno un po’ stancato: la cervelloticità, la verbosità che raffredda i piatti e gli animi, quella tendenza a far sentire il cliente medio sempre inesorabilmente inadeguato.
La cucina del Saint Georges Premier si avvale della consulenza dell’executive chef Roberto Conti già stellato Michelin al Trussardi alla Scala a Milano, che ha affidato il lavoro quotidiano al giovane romano Davide Marcelli. I due hanno scelto una sorta di continuità dinamica: non hanno stravolto il menu tradizionale del locale ammodernandolo e spargendo qui e lì il seme dell’innovazione. Prova ne sia il Risotto al Fine Champagne, parmigiano e foglia d’ostrica che è molto amato dalla clientela: e se non puoi togliere un piatto dal menu, tanto vale che lo migliori. Nella mia cena al SGP in realtà non ho provato questa capsula del tempo gastronomica, rinviando l’incontro a future occasioni, ma non sono mancate occasioni di godimento. A partire dall’antipasto, per il quale ho scelto – rinunciando alla tentazione del Carciofo alla giudia per il quale garantiscono le origini capitoline di Marcelli – una magnifica Scaloppa di foie gras con pan brioche, un classicone elettrizzato dalla mela verde e dal latte di cocco. Molto bene. Poi ho seguito il consiglio del maître affrontando il Tortello alla genovese di manzo, cacio cavallo e una salsa al cacao che, pur deposta timidamente a un angolo del piatto per il dubbio che potesse sbilanciare il piatto ha invece svolto magnificamente il suo compito. Ah, il tortello si presenta come un unico blocco, ne senso che i singoli tortelli non sono separati dalla tradizionale rotellina, scelta che rende il piatto geometricamente affascinante ma che in alcuni ounti ispessisce un po’ troppo la pasta. Cito un paio di altri primi per completezza: il Tagliolino assoluto di funghi e la Linguina al burro affumicato, anatra e lime.
E’ il momento del secondo: opto per una classicissima Costoletta di vitella alla milanese perché mi faccio un punto di onore di assaggiarla ovunque sia disponibile per aggiornare la mia personale “hotlist”. E diciamo che questa si colloca nella parte alta della classifica, promossissima per spessore e qualità della carne, per la cottura che la mantiene giustamente rosata e per l’osso trionfale, mentre la crosta, pur perfettamente croccante, tende in alcuni punti a separarsi dalla carne. Peccatuccio rimediabile. Accanto sono serviti un puré di patate al limone e una salsa bernese. Anche in questo caso menziono un paio di altre proposte in ordine di personale desiderabilità: il Trancio di ricciola con carota, arancia rossa, panzanella e toscana e chips di olive taggiasche e il Filetto di bisonte con carota viola e spuma di polenta uncia. Chiudo con un buon Cheesecake ai cachi (perché non chiamarlo Cheesecachi?).
Il locale si divide tra un ampio locale al pian terreno che si affaccia sullo spazio esterno, un rigoglioso giardino. Più privacy al primo piano, con tre sale e un balconcino. L’arredamento interno è caratterizzato dalle travi in legno a vista che sono oltre che originali anche portanti. La carta dei vini è di buona varietà, ance qui senza inutili eccessi. Del servizio e dei sorrisi ho già detto.
Chiude segnalano che gli ampi spazi rendono il SGP adatto a eventi, a feste private, a fughe di qualsiasi genere. Purtroppo con biglietto di ritorno ma non si può pretender troppo.Saint Georges Premier, via Enzo Ferrari, Vedano al Lambro, parco di Monza. Aperto tutti i giorni a pranzo e cena. Tel. 039320600.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.