Caffè la Crepa, la padanità da godere

La trattoria di Isola Dovarese (Cremona) è una delle migliori della Lombardia, grazie a un’atmosfera dal fascino immutato e al lavoro dei fratelli Malinverno, che propongono una cucina di territorio sospesa tra le verdure locali, il pesce d’acqua dolce, gli animali da cortile e le carni rosse degli allevamenti locali. E che buono il gelato fatto in casa

Caffè la Crepa, la padanità da godere
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Isola Dovarese è un piccolo paese del Cremonese ai limiti del piccolissimo, esempio lampante della provincia italiana, quella che non fa quasi mai notizia ma che costituisce il vero tessuto connettivo del nostro Paese. In questo borgo in riva all’Oglio si trova però una delle migliori osterie lombarde. Il Caffè La Crepa, già noto come Caffè del Ciclista nel quattrocentesco Palazzo della Guardia nella piazza gonzaghesca. Un luogo storico del paese, dove nel 1923 si celebrò la nomina a senatore del Regno d’Italia dell’enfant du pays Francesco Pistoja, evento a cui è tuttora dedicata la saletta ricca di cimeli di quell’evento e di altri momenti importanti di Isola Dovarese. Il luogo esercita un fascino indiscutibile, come anche gli altri ambienti del Caffè La Crepa, come la sala del Biliardo, un tempo chiamata dei Glicini a causa dei fiori sugli affreschi dipinti da Fausto Scalvini, la veranda che è la classica loggetta tipica del rinascimento lombardo, il bistrot dominato da un monumentale specchio degli inizi del Novecento, la cantina e il portico da preferire nella bella stagione.

Il Caffè La Crepa è un posto magnifico dove ricercare quell’ozio che pure trova spazio nello spirito padano, un luogo per mangiare senza fretta oppure fare acquisti nella bella drogheria annessa, dove vengono vendute delizie del territorio. Un luogo all’antica, con un servizio famigliare e tovaglie bianche ai tavoli. Il locale è gestito dai fratelli Fausto e Franco Malinverno, il primo in sala e il secondo in cucina, e dal figlio del secondo Federico. Fausto e Franco fanno parte della famiglia di osti che nel 1969 rilevò questi locali: prima arrivò l’osteria, poi una gelateria, quindi l’enoteca. Oggi Il Caffè La Crepa è il luogo attorno a cui ruota la vita dell’intera Isola Dovarese e da ogni parte della pianura padana vengono per assaggiare i piatti semplici e tradizionali di un’insegna che ha sempre creduto, anche nell’epoca della cucina molecolare, della ricerca a tutti i costi, dello chef profeta e narratore, nella forza della tradizione, che qui non è uno slogan posticcio declamato per assecondare le mode, ma il vero genius loci. Le cose si fanno in un certo modo perché si sono sempre fatte così e non potrebbero essere fatte differentemente.

Ecco quindi un menu commovente, che ruota attorno ai prodotti del territorio, e quindi erbe aromatiche e ortaggi, prodotti cerealicoli, animali da fattorie, carni degli allevamenti del circondario, selvaggina, pesci d’acqua dolce. Antipasti con una ricca proposta di salumi del territorio, giardiniere, le Lumache al modo di Borgogna, l’Insalata di faraona alla Stefani, ispirata alla ricetta del cuoco della corte gonzaghiana, il Baccalà in insalata. Tra i primi notevole il riso all’onda con lumache ed erbe di campo, i Passatelli con storione leggermente affumicato, la Trippa all’isolana, cotta in brodo di verdure e passata di pomodoro. Ma a rubare l’occhio e il palato è il Marubino, che si può chiedere ai tre brodi oppure asciutto con burro e salvia. Nota anche per lo Gnòc a la Mulinèra, un piatto povero ma fiero.

Passiamo ai secondi. Che sono suddivisi nelle sezioni acqua dolce, carni rosse e pollame. Alla prima afferiscono il Filetto di storione del Po in padella, la Frittura mista di pesce d’acqua dolce e l’artusiano pesce del giorno in “zimino”, che poi è un battutino di verdure fresche e succo di pomodoro. Alla seconda troviamo il Bollito misto alla cremonese con salsa verde e mostarda, il Boccone di manzo alla piastra e l’Ossobuco di vitello con piselli e polenta fresca. Alla terza ecco la sontuosa Faraona alla creta e la Scaloppa di fegato grasso d’oca. Notevole l’assortimento dei formaggi. Contorni tradizionali, dolci rassicuranti (e c’è il magnifico gelato, provate il Brasilia).

Chi non vuole sbagliare può optare per il menu Evergreen con tre portate e dolce (per ognuna tappa si può scegliere tra due voci). La cantina è ricca e gioiosa, il servizio commovente. Un luogo da clonare, se non fosse che certi posti sono belli proprio perché unici.

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