I migliori bar d’Italia secondo il Gambero Rosso

Presentata nei giorni scorsi a Milano l’edizione 2025 della guida dedicata a un locale simbolo dell’identità italiana. Recensite 1110 insegne, il premio dell’anno va a un locale in provincia di Padova, il Gustificio di Carmignano di Brenta. Sono 48 i bar che ottengono il massimo punteggio (tre chicchi e tre tazzine) e dodici sono in Lombardia

I migliori bar d’Italia secondo il Gambero Rosso
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Il bar è un locale attraverso il quale passa molto dell’identità dell’Italia e soprattutto per gli Italiani. Un mondo in continua evoluzione, che deve rispondere alle differenti esigenze di un pubblico che cambia. Per orientarsi in questo universo di tazzine, di colazioni, pranzi e aperitivi da molti anni esiste uno strumento prezioso, la guida Bar d’Italia del Gambero Rosso, della quale è stata presentata nei giorni scorsi al Teatro Manzoni di Milano l’edizione numero 2025, curata da Marina Savoia, (euro 9,90, acquistabile in edicola, in libreria e online). Il volume, realizzato in collaborazione con illy, segnala e recensisce 1110 insegne in tutta Italia (la regione più rappresentata è la Lombardia con 158 insegne), valutandole in “chicchi” e “tazzine”: i primi vanno a giudicare la qualità del caffè (inteso come bevanda), dalla selezione all’estrazione al servizio, mentre le tazzine sintetizzano il giudizio complessivo sul locale (qualità e varietà dell’offerta, servizio, ambiente).

Nell’occasione sono stati consegnati anche i premi alle migliori insegne dell’anno. Il bar dell’anno è Gustificio di Carmignano di Brenta (Padova). Il punteggio più alto (tre chicchi e tre tazzine) è stato ottenuto da 48 insegne in tutta Italia. Nell’elenco figurano un’insegna in Valle d’Aosta (Paolo Griffa al Caffè Nazionale ad Aosta), quattro in Piemonte (Converso a Bra, Baratti&Milano, Bar Zucca e Caffè San Carlo a Torino), due in Liguria (Douce e Murena Suite a Genova), dodici in Lombardia (La Pasqualina ad Almenino San Bartolomeo, Caffè Cavour a Bergamo, Bedussi a Brescia, In Croissanteria Lab a Carobbio degli Angeli, Colzani a Cassago Brianza, Pasticceria Sartori a Erba, Pasticceria Roberto a Erbusco, L’Ile Douce, Loste Cafè, Pavé a Milano, Marelet a Treviglio e Morlacchi a Zanica), cinque in Veneto (Olivieri 1882 ad Arzignano, Il Chiosco a Lonigo, Biasetto a Padova, Amo e Grancaffè Quadri a Venezia), tre in Friuli-Venezia Giulia (Caffetteria Torinese a Palmanova, Antico Caffè San Marco e Caffè Vatta a Trieste), sei in Emilia-Romagna (Gino Fabbri Pasticciere a Bologna, Staccoli Caffè a Cattolica, Bar Roma a Novellara, Gabriele Spinelli Dolce Salato a Pianoro, Rinaldini a Rimini e Nuova Pasticceria Lady a San Secondo Parmense), quattro in Toscana (Tuttobene a Campi Bisenzio, Ditta Artigianale, Gilli e Paszkowski a Firenze), due nelle Marche (Picchio a Loreto e Palazzo Rainaldi a Treia), una in Umbria (Il Molino-Centumbrie a Magione), due nel Lazio (Faro e Spazio Niko Romito Bar e Cucina a Roma), due in Campania (Sal De Riso Costa d’Amalfi a Minori e Gran Caffè La Caffettiera a Napoli), una i Puglia (300Mila a Lecce) e tre in Sicilia (Caffè Sicilia a Noto, Sciampagna e Antico Caffè Spinnato a Palermo). Sei di questi locali hanno due stelle per aver avuto tre tazzine e tre chicchi per almeno venti anni consecutivi (Converso, Baratti&Milano, Biasetto, Tuttobene, Caffè Sicilia e Antico Caffè Spinnato), mentre diciotto hanno una stella per avere avuto il massimo punteggio per dieci anni di seguito (Douce, Murena Suite, La Pasqualina, Bedussi, Colzani, Pavé, Morlacchi, Il Chiosco, Grancaffè Quadri, Caffetteria Torinese, Caffè Vatta, Staccoli Caffè, Bar Roma, Gabriele Spinelli Dolce Salato, Nuova Pasticceria Lady, Picchio, 330Mila e Sciampagna).

La guida è molto legata alla presenza ormai storica di illy. “La qualità del caffè in tazzina – spiega Andrea Illy, presidente di illycaffè – è il risultato di un lungo processo che coinvolge molteplici fattori e che richiede competenza, passione e creatività.

La qualità perfetta è infatti la sintesi di un lavoro continuo che nasce nelle terre del caffè, dalla competenza dei produttori che coltivano i preziosi chicchi di Arabica, passando attraverso l’abilità dei lavoratori che controllano i processi di trasformazione del caffè verde per arrivare alla maestria dei baristi, che devono portare il sogno di offrire il migliore caffè del mondo all’interno di una tazzina”.

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