La cultura? Non la regalano i titoli scolastici

Caro direttore, è falso che la generazione dai 25 ai 30 anni sia la più colta del secolo; è semplicemente la più scolarizzata; altrettanto falso è che la classe anziana sia la più ignorante; è solo, in un mondo in cui diploma e laurea avevano valore, la meno diplomata e laureata. Usando i parametri correnti, dovremmo dire che Benedetto Croce, che aveva solo conseguito un diploma di maturità classica, era meno colto di un odierno giovane laureato, magari con laurea breve; altrettanto potremmo dire di Manzoni, Foscolo, Alfieri e via dicendo. La generazione che oggi si offre sul mercato del lavoro è, per la maggior parte, formata da laureati mentre il livello medio di scolarizzazione della generazione oggi anziana era la licenza media. Ma era una licenza che valeva molto più di tanti diplomi di maturità classica ottenuti oggi, nonché di tante lauree. Possiamo definire un laureato persona colta? La scuola - di oggi e di ieri - di per sé non dà la cultura; fornisce le basi per formare la cultura che si acquisisce, se c'è la stoffa, durante tutta la vita.

Concetta Malcangi

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Cara Concetta, chi scrive non è laureato, a fatica ho ottenuto un diploma di perito chimico. Vittorio Feltri - che mi perdonerà la citazione non autorizzata ma di cui so essere fiero - ha un diploma in vetrinista o qualche cosa di simile. Non ho rimpianti. Del resto il giornalismo non è una professione ma un mestiere, e come tale lo si può imparare solo a bottega. La maggior parte dei giovani oggi usa le università come parcheggio. Studiano e danno esami senza la passione e l'interesse che soli giustificano tanta perdita di tempo. Dove mancano motivazioni non ci può essere cultura e spesso manca pure la grammatica.

Steve Jobs, fondatore (non laureato) di Apple, nel suo famoso discorso «Siate affamati, siate folli» a un gruppo di laureandi disse: «Dovete credere in qualcosa il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma - qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita». Chi crede impara, chi soltanto studia fa flanella.

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