Un "Bacio" per ritrovare il tempo perduto. La Caminiti racconta l’Italia dell’amore

Il nuovo romanzo di formazione di Simonetta Caminiti fa rivivere le emozioni eterne dell’adolescenza e l'atmosfera di fine Millennio. Protagonista Diana, già eroina di una graphic novel, e una sorella che arriva da lontano. Per insegnarci qualcosa

Un "Bacio" per ritrovare il tempo perduto. La Caminiti racconta l’Italia dell’amore

Se i protagonisti di questa storia avessero immaginato la loro vita a quarant’anni, più facile per loro proiettarsi in un contesto tipico di «Blade Runner», che non in un mondo in quarantena. Eppure, l’attesa della vita della protagonista Diana è passiva, abitudinaria e quasi agorafobica, nel 1999: anche senza i social e coi suoi 17 anni che le spalancano le porte del futuro. Chi è Diana? Il personaggio ciondola tra due libri, entrambi scritti da Simonetta Caminiti (collaboratrice de Il Giornale): il romanzo di formazione «Il Bacio» (Words Edizioni, aprile 2020), e il graphic novel «Diana, 1999» (La Ruota Edizioni, dicembre 2019). In entrambi, Diana ha una sorella di etnia meticcia, adottata dai suoi, benestanti genitori romani molto attenti alle apparenze ma autenticamente devoti a tutte e due le figlie. C’è però una linea di demarcazione molto forte tra romanzo in prosa e versione a fumetti (disegnata da Letizia Cadonici con i colori di Valeria Panzironi): le protagoniste, Diana e la bella Khady, sorella adottiva più integrata di lei a Roma e nella vita, vivono a fumetti un percorso più ricco di avvenimenti, a ritmo più accelerato e ancora più assortito di citazioni letterarie e musicali. Il romanzo ha un impianto apparentemente più semplice, non oltrepassa significative svolte sessuali, ma punta su uno stile legato al Novecento, ai suoi classici di narrativa breve, alla forza della descrizione e della sospensione. È, in entrambe le edizioni, la storia di un primo amore che non potrebbe essere il più sbagliato, e al tempo stesso il più perfetto per vincere le lusinghe della torre d’avorio in cui, adolescenti, ci siamo crogiolati nei nostri complessi d’inferiorità e nel pretesto della paura. Il mezzo invincibile per avvicinarlo? La scrittura di racconti erotici alla maniera di Anaïs Nin; pur ancora vergine e inesperta, la protagonista Diana ha conosciuto il suo Delta di Venere, accidentalmente, sul pavimento della camera da letto della sua migliore amica (che è un’anziana suora laica).

Ancora di più, è la storia di una famiglia irrisolta, di un’Italia indimenticata. Un romanzo che parla agli adolescenti di sempre, soprattutto a quelli che oggi, come Diana, hanno quarant’anni, e tanta, insanabile nostalgia.

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