Fascismo, all'asta le carte con la verità sulla deposizione del Duce

Il 7 e 8 luglio verranno vendute a Roma le carte autografe di Luigi Federzoni con il verbale originale della seduta del Gran Consiglio del Fascismo che portò alla caduta del regime

Fascismo, all'asta le carte con la verità sulla deposizione del Duce

Gli appassionati di storia del fascismo prendano nota: il prossimo 7 e 8 luglio andranno all'asta a Roma le carte autografe di Luigi Federzoni, tra cui il verbale manoscritto originale della seduta del Gran Consiglio tenutasi nella notte fra il 24 e il 25 luglio del 1943.

Federzoni, gerarca di primo piano, presidente del Senato del Regno d'Italia e ministro dell'Interno, votò a favore dell'ordine del giorno Grandi che chiedeva la deposizione di Mussolini e il ripristino delle prerogative statutarie con l'assunzione da parte del Re del comando supremo delle Forze Armate. Di fatto, votò a favore della caduta del fascismo per come era sempre esistito fino ad allora.

Ora, scrive il Corriere della Sera, quei momenti supremi della storia d'Italia potranno essere studiati su documenti originali che andranno all'asta a Roma presso la casa Minerva Auctions a palazzo Odescalchi in piazza dei Santi Apostoli.

Le pagine più interessanti, quelle relative alla caduta del fascismo, vennero riordinate ed esaminate nel pomeriggio del 25 luglio, quando Mussolini era già stato deposto e arrestato, da Federzoni, Grandi, Bottai, Bastianini, Albini, De Marsico e Bignardi: molte delle personalità più importanti fra quelle che avevano votato per deporre il Duce.

Si tratta di ventidue cartelle vergate da Bignardi e Federzoni, con molti appunti autografi di quest'ultimo, oltre a lettere, bozze e minute anche dello stesso Mussolini.

Quanto costeranno le carte sulla fine del fascismo

Finora il materiale è rimasto nelle mani di un giornalista amico di Federzoni, a cui venne affidato dopo la morte del gerarca. Ora gli eredi hanno deciso di venderle: la base d'asta parte da 25-30mila euro.

C'è

infine un dettaglio curioso: Luigi Federzoni fu uno dei pochissimi presenti a quella famosa seduta del Gran Consiglio che si sia rifiutato di condividere i propri ricordi con il grande storico del fascismo Renzo De Felice.

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