Poche coordinate, una bussola, una mappa su cui tracciare la rotta da seguire al chiaro di Luna e un orario preciso per il rendez-vous. Piloti temerari, con nervi d'acciaio, e uomini e donne dal sangue freddo pronti a tutto pur di liberare l'Europa dal giogo nazista. Questo serviva agli Alleati nella fase più delicata del Secondo conflitto mondiale. Ma nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza gli squadroni adibiti ai cosiddetti “Special Duties” della Royal Air Force per conto del SOE - lo Special Operations Executive che Churchill adorava chiamare “the Ministry of Ungentlemanly Warfare” - e senza un velivolo strano, radiato dalla prima linea per la sua evidente obsolescenza. Un brutto anatroccolo come il Westland Lysander: l'areo delle spie.
Per traghettare agenti segreti e membri della Resistenza fuori e dentro l'Europa occupata, trasportare apparecchiature radio, materiale "delicato" per operazioni di sabotaggio o recuperare aviatori abbattuti sul territorio nemico , servivano piloti abili e coraggiosi come nessuno. Ma soprattutto servivano velivoli adatti. Mezzi capaci di atterrare e decollare da piste improvvisate, estremamente corte, spesso a malapena individuabili attraverso torce e piccoli fuochi. È così che i Westland Lysander, destinati alla seconda linea dopo l'evacuazione di Dunkerque, trovarono una nuova "vita operativa". Passata a volare avanti e dietro le linee nemiche per condurre missioni clandestine.
A causa del vincolo di segretezza, i Lysander rimasero a lungo relegati alla lunga lista di "fallimenti aeronautici". Ma appena terminato il conflitto e desecretate le notizie relative, fu presto noto il prezioso servizio che avevano fornito allo SOE che aveva formato tre squadroni il 138°, 161° e 357° equipaggiati con Lysander Mk.III appositamente modificati e dipinti con la livrea nera opaca per essere meno visibili nelle loro missioni notturne.
Un brutto e lento anatroccolo
Volavano come “strane anatre” i Lysander, e il loro aspetto, se messi a confronto dei velivoli più performanti e accattivanti come i famigerati Spitfire, poteva suggerire solo il paragone con il brutto anatroccolo che spicca tra i cigni della fiaba di Andersen. Eppure il loro impiego bellico - sebbene sia rimasto a lungo celato dal segreto militare - si rivelò di pari importanza per la vittoria finale. Lo sapevano i “pochi”, davvero pochi piloti dell’aeronautica di Sua Maestà che furano assegnati ai “voli delle spie” al chiaro di luna. Missioni che si svolgevano quasi sempre entro una settimana dalla luna piena, dal momento che la luce riflessa era essenziale per la navigazione senza i sofisticati strumenti dei nostri aerei moderni.
Come detto, il Lysander iniziò ad essere apprezzato per la sua capacità di atterrare e decollare in piste estremamente corte, per la sua eccellente manovrabilità in volo a velocità molto basse - consentita dalle sue particolari ali di legno dotate di slat e flap - e per buona visibilità dall’abitacolo composto da un voluminoso tettuccio che seguiva gran parte della linea della carlinga. Tuttavia, il suo battesimo del fuoco, a causa di queste specifiche messe in confronto con i veloci e bene armati caccia tedeschi, si concluse con un tragico fallimento. Mandati in azione come “osservatori e bombardieri leggeri” tra la primavera e l’estate del 1940, dei 175 Lysander schierati in Francia e Belgio, 118 vennero abbattuti, relegando i “brutti anatroccoli” a compiti di seconda linea.
Questo almeno fino a quando Winston Churchill non decise di fondare lo Special Operations Executive per “infiammare l’Europa” dell’interno. Fu allora che al ministero della Guerra qualcuno si ricordò dei vecchi Lysander: perfetti per essere impiegati oltre le linee nemiche con le necessarie modifiche. L'abitacolo posteriore venne modificato per accogliere due passeggeri al posto del mitragliere che era votato al sacrificio, e una scaletta fissa venne montata sul lato sinistro della carlinga per accelerare la pratica di “imbarco e sbarco” dei passeggeri che andavano infiltrati ed esfiltrati dal territorio nemico: spie, reclutatori, capi della resistenza, commandos ai quali era stata assegnata una missione speciale, piloti abbattuti o atterrati oltre le linee con informazioni importanti da riferire. L’aggiunta di un serbatoio secondario, montato sotto il ventre de velivolo, contribuì a portare gli anatroccoli sempre più distanti nel cuore della fortezza Europa occupata dai nazisti e pullulante di sabotatori. Inizialmente i Lysander, vennero ridipinti di dipinti di nero al fine di rendere difficile la loro identificazione. Ma in un secondo momento apparve chiaro come la sagoma dell’aereo spiccasse eccessivamente sulle nuvole basse; si optò allora per delle gradazioni di grigio nella parte superiore, e si mantenne il nero nella parte inferiore.
La "Fattoria" dei servizi segreti
Numerosi furono gli aeroporti e i campi di volo allestiti dalla RAF nel corso della seconda guerra mondiale, ma i più singolari e segreti erano proprio quelli da cui decollavano i voli delle spie. Come ad esempio quello di Tempsford, nel Bedfordshire ,situato tra un'antica strada romana e la ferrovia di Peterborough. Noto con il soprannome di "Gibraltar Farm” (la fattoria di Gibilterra, ndr) dal momento che venne progettato proprio per assomigliare a una fattoria.
Dalla fattoria di Tempsford gli aerei assegnati al 138° e 161° Squadron per i compiti speciali, iniziarono ad attraversare la Manica dal 1942 per paracadutare dai capienti quadrimotori Halifax rifornimenti di armi, munizioni, radiotrasmettitori, e quant’altro ai movimenti della resistenza francese: i maquisards. Mentre i piccoli Westland Lysander traghettavano e recuperavano agenti segreti al servizio del SOE come Violette Szabo. I Lysanders operavano anche dall’aeroporto di Newmarket nel Suffolk e successivamente iniziarono a fare scalo nel noto aeroporto di Tangmere per poi attraversare il canale della Manica che aveva impedito l’invasione nazista, per seguire la Loira come principale punto di riferimento nei voli al chiaro di luna. Secondo le informazioni desecretate dopo la guerra, ben furono 101 i passeggeri speciali portati nell’Europa occupata, e 128 quelli in “uscita”. La prima missione dei Lysander fu quella di esfiltrare dall’Italia un ufficiale dell'OSS - il servizio segreto americano. Con il passare del tempo i tedeschi scoprirono che esistevano degli aerei appositamente studiati per portare le spie britanniche e fecero in modo di catturarne uno intatto. Questo accadde nel marzo del 1942, quando il suo pilota non fu in grado di distruggerlo prima di abbandonare il relitto. Fortuna volle - per la parte alleata almeno- che l’aereo, caricato su un camion per essere esaminato, venne travolto da un treno che distrusse insieme al camion il suo prezioso carico.
La tipica missione del Lisandro
Senza alcun equipaggiamento di navigazione diverso da mappa e bussola, i piloti di Lysanders, dopo un breve briefing in basi segrete come la “fattoria di Gibilterra”, prendevano il volo al chiaro di luna nei loro pesanti giubbotti di pelle Irvin - appena dopo la mezzanotte - e seguivano le poche tracce segnate con una matita rossa sulle carte che potevano essere illuminate per pochi istanti con una torcia. La Manica era il primo punto di riferimento, poi sarebbe iniziato il fuoco della contraerea: l’annuncio inequivocabile dell’arrivo in territorio nemico, a indicare a casa si erano avvicinati. Che il rendez-vous a l’ora prestabilita fosse nei pressi di Cherbourg, Clermont-Ferrand o Caen, il pilota avrebbe seguito la bussola schivando i riflettori tedeschi e le raffiche di proiettili traccianti, per atterrare su piccole piste improvvisate e delimitate da quattro o cinque torce (o fuochi) al massimo.
Se il passeggero era un agente da “infiltrare”, poteva capitare indossasse una tuta imbottita per saltare giù dall’aereo senza che questo dovesse fermarsi. Se invece la spia o il membro della resistenza francese - il maquisards di turno - andava prelevato, allora tutto richiedeva più tempo e più sangue freddo. Perché la Gestapo poteva aver scoperto il luogo dell’appuntamento e ordinato un’imboscata per catturare quel passeggero speciale che senza dubbio era giunto per coordinare un’operazione di sabotaggio e indicare dove sarebbero avvenuti gli sbarchi o il lancio di paracadutisti. Qualcuno che forse, messo sotto il torchio della tortura e del “siero della verità”, avrebbe rivelato l’esistenza di una rete spionistica o i nascondigli della resistenza.
Per pilotare nel cuore della notte un aeroplano lento e strano, che assomigliava a un brutto anatroccolo nero, nella profondità nel territorio occupato dal nemico, con una spia come passeggero e neanche un'arma che non fosse una rivoltella, ci voleva parecchio fegato. Tanto quanto ce ne volveva a combattere in un duello aereo. Se non di più. Questo è quanto spettava ai traghettatori di spie che volavano sul Lisandro. Adesso lo sappiamo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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