Sembrerà probabilmente strano, ma ogni scorcio sull'Italia a cavallo del nuovo secolo, raccontata attraverso scritti oppure immagini, non può prescindere da una partenza che affondi le sue radici negli anni cosiddetti del boom. A questo destino, o a questa strategia non si sottrae nemmeno Guido Crainz che nel "Paese reale" (Donzelli, pp.390, euro 29) parte proprio da una considerazione di Italo Calvino riassunta in una frase, alla quale il docente di storia contemporanea all'ateneo di Teramo, dedica il primo capitolo. "La maturità che non abbiamo saputo avere" è il punto di partenza, appunto gli anni del miracolo economico, visti non soltanto in prospettiva sociale ma anche letteraria e cinematografica. Quella di Crainz è l'analisi di un periodo che ha fatto da presupposto agli anni di piombo del terrorismo, durante i quali il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro hanno rappresentato la punta più significativa, fino al passaggio attraverso la controversa seconda repubblica, nata sulle ceneri della prima, travolta da Tangentopoli.
Una nazione in perenne oscillazione tra i drammi dell'omicidio Dalla Chiesa e La Torre, fino al trionfo dei campionati mondiali di calcio del 1982. Il passaggio da un miracolo economico a un tracollo spaventoso con la voragine di un debito pubblico in perenne e inarrestabile quanto inquietante espansione. Il dramma di altre morti eccellenti come quella di Falcone a Capaci. E politicamente l'ascesa della Lega lombarda poi diventata Lega Nord. Crainz racconta il paese reale che dà il titolo al volume fermandosi un passo prima dell'attualità. Quando il centrosinistra si chiamava ancora Ulivo, ma il flop politico della cordata Prodi veniva confermato dalla fallimentare esperienza governativa. Quarant'anni di storia italiana recente con una linea interpretativa che legge nell'avventura craxiana degli anni Ottanta i presupposti della cosiddetta età berlusconiana, che trarrebbe origine da qui, dominando la scena politica degli anni a cavallo con il passaggio non solo del nuovo secolo ma del nuovo millennio. Gli interrogativi che si ricavano dalla trattazione di Crainz sono domande senza risposta, perché occorrerà vivere i prossimi anni per sapere a che cosa in realtà andremo incontro.
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